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Decreto Banche: cosa prevede il testo di legge?

Il consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto “Decreto banche”. Il testo contiene le disposizioni per la liquidazione dei rimborsi destinati agli investitori di Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara. Sul fronte del recupero dei crediti in sofferenza, invece, il decreto introduce il principio di “pegno non possessorio” e la possibilità di stipulare un “patto marciano” per i nuovi finanziamenti.
A cura di Charlotte Matteini
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Banca Etruria

Il consiglio dei Ministri ha approvato il cosiddetto "Decreto Banche", ovvero il provvedimento che contiene tutta una serie di "disposizioni urgenti in materia di procedure esecutive e concorsuali nonché a favore degli investitori in banche in liquidazione". Il testo, pubblicato il 30 aprile in Gazzetta Ufficiale, prevede l'istituzione di numerose novità. Sul fronte della liquidazione dei rimborsi destinati agli investitori colpiti dal provvedimento di risoluzione delle quattro banche popolari (Banca Marche, Banca Etruria, CariChieti e CariFerrara) approvato lo scorso novembre, il nuovo decreto dispone l'accesso a rimborsi automatici fino all’80% del valore dell'investimento, al netto di oneri e spese, per tutti gli obbligazionisti che rientrino in determinati canoni: "Coloro che hanno acquistato le obbligazioni entro il 12 giugno 2014, data di pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale europea della Direttiva per il risanamento e la risoluzione delle crisi bancarie da parte delle istituzioni dell’Unione europea, possono richiedere indennizzi automatici o accedere alla procedura arbitrale. Coloro che hanno investito in obbligazioni successivamente a tale data possono accedere alla procedura arbitrale prevista dalla legge di stabilità per il 2016", si legge nella nota stampa diramata da Palazzo Chigi.

In pratica, avranno accesso alla possibilità di richiedere l'indennizzo automatico quegli investitori che rispetteranno una delle seguenti condizioni: essere titolari di un patrimonio mobiliare di valore inferiore a 100.000 euro posseduto al 31 dicembre 2015 oppure di un ammontare del reddito lordo ai fini Irpef inferiore a 35.000 euro. I rimborsi, però, non saranno erogati a tutti gli obbligazionisti toccati dal dissesto delle quattro banche popolari, ma solo a chi, in seguito a un'attenta analisi della situazione patrimoniale ed economica dei soggetti, verrà riconosciuto essere vittima di un'errata "allocazione di prodotti finanziari non compatibili con il proprio profilo di investimento".

All'investitore, quindi, verrà chiesto di istruire una pratica completa di tutti i documenti in possesso dell'investitore. Sarà poi lo stesso Fondo a verificare la completezza della documentazione e la sussistenza delle condizioni, il quale si occuperà anche di calcolare l’importo dell’indennizzo e di rilasciare il nulla osta alla liquidazione. Chi invece non dovesse rientrare nelle condizioni poste dal decreto, avrà comunque la possibilità di recuperare i propri soldi tentando la via dell'arbitrato. In entrambi i casi, comunque, le risorse per l'erogazione del risarcimento verranno attinte dal Fondo di solidarietà istituito con la legge di stabilità per il 2016.

Il provvedimento approvato dal Governo introduce però anche delle misure a sostegno delle imprese e di accelerazione del recupero di crediti in sofferenza, allo scopo di conferire "certezza e rapidità alle procedure". Due le principali novità introdotte: il "pegno non possessorio" e il "patto marciano" per i nuovi contratti di finanziamento.

Il principio di "pegno non possessorio" prevede che nel caso in cui un debitore abbia dato in pegno un qualsiasi bene "destinato all'esercizio d'impresa", ad esempio un macchinario, possa comunque continuare a impiegarlo nel processo produttivo. Con la precedente normativa, invece, il bene gravato da pegno non poteva essere utilizzato.

Che cos'è il "patto marciano", invece? Nel caso in cui un'impresa decidesse di stipulare un contratto di finanziamento con un istituto bancario dando in pegno un bene immobile di proprietà dell'azienda stessa, escludendo quindi la residenza del debitore, le parti avranno la possibilità di stipulare un contratto di cessione del bene che diverrebbe efficace in caso di insolvenza. Come funziona? Nel caso di rimborso tramite rate mensili, chi sottoscrive un "patto marciano" diviene inadempiente trascorsi sei mesi dal mancato pagamento di tre rate consecutive. Se invece il piano di pagamento prevede il pagamento in un'unica soluzione oppure con rate trimestrali o semestrali, l’inadempimento si verifica trascorsi sei mesi dalla scadenza di una sola rata non saldata.

In caso di insolvenza, quindi, se il valore del bene al momento della cessione – valore precedentemente determinato da un soggetto terzo rispetto ai due contraenti – risultasse essere superiore a quello del debito residuo, il creditore dovrà corrispondere al debitore la differenza. Qualora il valore del bene sia invece inferiore al debito residuo, il debitore non dovrà corrispondere nulla al creditore.

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