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Crisi di Governo 2022

Crisi di governo, le ore decisive: cosa potrebbe succedere oggi dopo l’ok al Recovery

Questa sera il Consiglio dei ministri, convocato alle 21.30, dovrebbe dare il via libera al Recovery plan. Poi si potrebbe aprire formalmente la crisi di governo: subito dopo l’ok, infatti, le ministre Bellanova e Bonetti potrebbero dimettersi. Oppure potrebbero decidere di aspettare ancora qualche ora. Vediamo cosa potrebbe succedere questa sera e come potrebbe svilupparsi questa crisi di governo.
A cura di Stefano Rizzuti
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Il Consiglio dei ministri è fissato alle 21.30 di questa sera. Il governo darà il via libera al Recovery plan. E poi? La partita si apre dopo il Cdm, con le ministre di Italia Viva che potrebbero dare subito dopo le loro dimissioni. In queste ore si prova ancora a mediare: l’obiettivo è evitare una crisi al buio. Teresa Bellanova ed Elena Bonetti, le due ministre di Italia Viva, daranno l’ok al Recovery plan. Poi potrebbero dimettersi subito, come minacciato negli scorsi giorni. Oppure potrebbero aspettare, rinviare a domani (o magari qualche giorno più avanti), anche per valutare le mosse degli altri protagonisti, a partire dal presidente del Consiglio, Giuseppe Conte.

Nella maggioranza i tentativi di mediazione sembrano voler spingere Matteo Renzi ad aspettare ancora prima di formalizzare la crisi. L’idea sarebbe quella di rinviare tutto a dopo l’approvazione del Recovery non solo in Consiglio dei ministri, ma anche in Parlamento. Arrivare, quindi, a fine mese. Anche perché va calcolato tutto, a partire dalla discussione parlamentare. Una crisi ora potrebbe compromettere o complicare una serie di passaggi alla Camera e al Senato. Domani tocca al ministro della Salute, Roberto Speranza, riferire sul nuovo dpcm anti-Covid che entrerà in vigore dal 16 gennaio.

Di tappe ancora più delicate, da un punto di vista degli equilibri politici, ce ne sono anche altre però. Intanto inizierà l’iter del Recovery nelle commissioni di Camera e Senato, con il testo in Aula probabilmente entro la fine del mese. Poi si dovrà votare lo scostamento di bilancio in vista del nuovo decreto Ristori. E, ancora, bisognerà prolungare lo stato d’emergenza. Senza un governo e una maggioranza compatti, tutte queste tappe sarebbero più complicate, a partire proprio dalla partita su scostamento e ristori.

Quella di stasera potrebbe quindi essere la tappa decisiva di una lunga crisi, iniziata a parole ormai un mese fa e mai formalizzata finora. Bisognerà capire se le ministre renziane apriranno la crisi già oggi con il ritiro della delegazione al governo o se aspetteranno ancora. Inoltre rimane l’incognita della sfida in Parlamento. Un’ipotesi paventata per la prima volta da Conte a fine dicembre, su cui Renzi sembra pronto a raccogliere il guanto di sfida. Partita in cui interviene anche Goffredo Bettini, dicendo chiaramente che l’ipotesi di un sostegno di Forza Italia al governo non è “un’eresia”. La soluzione, quindi, potrebbe essere quella di arrivare non a un crisi al buio, con le dimissioni di Conte tanto auspicate da Renzi, ma a un Conte ter, che anche il leader di Italia Viva vorrebbe rivendicare come successo personale. Ma solo in caso di dimissioni e nuovo incarico. Anche se Renzi sembra non accontentarsi e vuole rilanciare: l’obiettivo è mandare a casa Conte, ritenuto non all’altezza della sfida pandemica.

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