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Crisi di Governo 2022

Crimi avverte: “M5s non entrerà a tutti i costi nel governo Draghi”

Il reggente del M5s Vito Crimi, dopo il secondo giro di consultazioni con Mario Draghi, dice che la presenza dei pentastellati in maggioranza non è scontata: “Non andremo al governo a tutti i costi, ci stiamo confrontando. Alcune garanzie le abbiamo chieste, ottenendo rassicurazioni sul Mes, sulla scuola, sulla continuità con il governo Conte”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Concluso il secondo giro di consultazioni, dopo che Beppe Grillo ha chiesto alla base di aspettare che il premier incaricato Mario Draghi si pronunci sula squadra dell'esecutivo, rimandando il voto sulla piattaforma Rousseau, il reggente del M5s Vito Crimi ha rilasciato un'intervista sul Corriere della Sera, dicendo che il professore gli ha fatto una buona impressione: "Ha un approccio pragmatico e ci ha presentato un programma di notevole spessore. Ha ascoltato con interesse la nostra proposta di mettere sotto il cappello dell'ambiente il Mise, i Trasporti e le Infrastrutture".

"Non andremo al governo a tutti i costi, ci stiamo confrontando. Alcune garanzie le abbiamo chieste, ottenendo rassicurazioni sul Mes, sulla scuola, sulla continuità con il governo Conte", aggiunge Crimi. Mentre sul contenuto dei quesiti per il voto degli iscritti sulla piattaforma Rousseau, sottolinea: "Dire sì o no a Draghi sarebbe troppo povero. Quando avremo qualcosa su cui votare scriveremo nei quesiti ‘vogliamo stare in un governo che ha queste caratteristiche?'. Dobbiamo mettere ai voti un programma, aspettiamo che Draghi veda le parti sociali e tiri le conclusioni".

"Se vinceranno i sì a Draghi? Gli iscritti ci hanno sempre chiesto di capitalizzare quel 32% di voti nelle urne e non lasciare il governo nelle mani sbagliate. Ancora una volta ci diranno ‘non perdete questa occasione, non lasciate ad altri la possibilità di cambiare le carte del Recovery che avete scritto voi'".

E i dissidenti? "Fin qui hanno abbandonato una ventina, forse. Se qualcun altro deciderà di non adeguarsi al voto degli iscritti ne prenderemo atto, ma non si può definire scissione". Sull'ipotesi che un gruppo di pentastellati lasci il Movimento per seguire Casaleggio e Di Battista è cauto: "Anche quando siamo andati al governo con la Lega e poi con il Pd sembrava fossimo al redde rationem, invece in dieci anni non ci siamo mai spaccati. Non c'è una scissione in atto, ci sono persone che la pensano in modo diverso"

Mentre sul prossimo leader del M5s non si sbilancia: "Se c'è un organismo collegiale a 5, non c'è un leader. Abbiamo una votazione in corso. Il presidente dimissionario ha detto che lui c'è e ci sarà e alla nostra assemblea ha preso applausi da brivido. Ma parlare del ruolo di Conte è prematuro".

Se il prossimo esecutivo non sarà solo di tecnici, ci saranno ancora Di Maio, Patuanelli e Azzolina? "Non mi metto a discutere di singoli ministri, ma i nostri sono tutti bravissimi, li avrei riconfermati tutti. Di certo chiediamo un governo politico con personalità di alto profilo, ma su questo penso che Draghi si confronterà con il presidente della Repubblica", sottolinea il reggente M5S. Mentre il Guardasigilli Bonafede dovrà lasciare la Giustizia a Cartabia? "Paga l'aver difeso le nostre battaglie più importanti su temi impopolari tra le forze politiche, come prescrizione e Spazzacorrotti".

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