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Pensioni

Cosa farà il governo Meloni sulle pensioni, Quota 41 è un’ipotesi ma mancano i fondi in manovra

Il governo Meloni deve affrontare rapidamente il nodo pensioni: mercoledì arrivano i sindacati a Palazzo Chigi, ma Quota 41 – unica opzione sul tavolo al momento – rischia di essere troppo cara per una manovra fortemente condizionata dal caro energia.
A cura di Tommaso Coluzzi
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Il governo Meloni sembra puntare tutto su Quota 41 per risolvere il nodo pensioni, ma c'è un ostacolo non da poco: i soldi. Nei giorni scorsi la ministra del Lavoro Calderone ne ha parlato come un'ipotesi più che percorribile, definendo il numero 41 "un punto di riferimento". A proposito di punti, però, qui il tema sembra tutt'altro. Con la decisione – comunicata in conferenza stampa dalla stessa presidente del Consiglio – di utilizzare larga parte dei fondi destinati alla legge di Bilancio per contrastare il caro energia, per le altre misure restano solo le briciole. Parliamo delle pensioni, ovviamente, ma anche della riforma del fisco – o del taglio del cuneo fiscale promesso – e della revisione del reddito di cittadinanza.

Uno studio dell'Inps per i ministeri dell'Economia e del Lavoro, però, spegne sogni e aspettative degli italiani vicini a lasciare il lavoro. A seconda del limite anagrafico che il governo Meloni potrebbe decidere di inserire, i costi della misura cambiano radicalmente. Sembra essere esclusa, intanto, la versione pura della misura: può andare in pensione chiunque abbia maturato 41 anni di contributi, a prescindere dall'età. Troppo costosa e insostenibile sul lungo termine. L'Inps ha valutato l'ipotesi Quota 41 associata a delle età minime: con il paletto fissato a 61 anni la misura costerebbe 7,6 miliardi di euro a partire dal terzo anno di applicazione, cioè a regime; con il paletto a 62 anni il costo cala a 6 miliardi; con il paletto a 63 anni si scende a 5 miliardi.

Il problema, però, è che è impossibile – conti alla mano – rendere strutturale questa misura al momento, vista la scarsità di fondi a disposizione in manovra. Il che, in sostanza, significa niente riforma delle pensioni. Il governo Meloni potrebbe optare per una soluzione ponte di un anno, come già fatto dall'esecutivo precedente con Quota 102, per evitare il ritorno alla Fornero e lo scalone a 67 anni per andare in pensione.

Sarà interessante capire anche come andrà l'incontro con i leader sindacali di Cgil, Cisl e Uil, attesi per mercoledì pomeriggio a Palazzo Chigi. Il nodo pensioni, vista la scadenza del 31 dicembre, sarà sicuramente il primo argomento sul tavolo. I sindacati, tra l'altro, sono anche favorevoli alle quote, e in generale agli scivoli che il centrodestra – ma soprattutto la Lega – ha promesso in questi mesi. Certo, come si possono rendere queste misure sostenibili non è ancora molto chiaro.

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