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L’appello di Romano (Pd) a Di Maio: “Rimpatriamo subito italiani su Diamond Princess”

Il deputato del Pd, Andrea Romano, intervistato da Fanpage.it rivolge un appello al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, chiedendogli di attivarsi in ogni modo possibile per rimpatriare al più presto i 35 italiani a bordo della Princess Diamond. Per Romano lo sbarco dei cittadini Usa “cambia lo scenario” e ora è necessario “attivarsi per portare a casa i nostri connazionali nell’immediato”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Dopo l’arrivo in Italia di Niccolò, il 17enne italiano rimpatriato dalla Cina in seguito all’emergenza Coronavirus, ora si attende il rientro a Roma dei 35 italiani a bordo della Diamond Princess, la nave da crociera bloccata nella baia giapponese di Yokohama a causa dell’alto numero di infetti a bordo. Proprio in queste ore è stata resa nota la notizia dello sbarco da parte di 380 cittadini degli Stati Uniti presenti sulla nave: un’operazione che “cambia lo scenario”, secondo il deputato del Pd, Andrea Romano. Che proprio per questo motivo si appella al ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, in un’intervista a Fanpage.it. Romano ritiene che sia “intollerabile” aspettare ancora molti giorni per lo sbarco dei 35 italiani, che “rischiano ogni giorno di più” restando a bordo della nave. Per questo chiede di agire per far fronte a “incertezza e indecisione” del Giappone, “organizzando il rientro in patria degli italiani”. Per Romano non c’è “nessuna critica, ma un invito molto forte” a Di Maio per “attivarsi e portare a casa i nostri connazionali nell’immediato”.

A bordo della Diamond Princess ci sono 35 italiani: il suo è un appello a Di Maio per farli rimpatriare al più presto?

È stato rimandato lo sbarco di qualche giorno, non sarà più il 19: le autorità giapponesi non riescono a fare i test. Ma ci sono due fatti nuovi: gli americani hanno fatto sbarcare i cittadini statunitensi. Per quanto riguarda gli italiani non ci sono infezioni registrate, ma ogni giorno che passano sulla nave rischia di essere pericoloso. Abbiamo grande rispetto per il governo giapponese, però a livello internazionale – e guardo a un articolo del New York Times – emerge che le autorità stanno gestendo il caso della Diamond con incertezza e indecisione. Il Governo italiano, come fatto per altri casi, deve fare un passo: organizziamo autonomamente il rientro in patria degli italiani sulla Diamond Princess.

Cosa dovrebbe fare Di Maio?

Intanto attivarsi con le autorità giapponesi, perché non si vede per quale motivo gli Usa l’hanno fatto e noi dovremmo aspettare ancora giorni. Come abbiamo riportato Niccolò dalla Cina, siamo in condizione di farlo anche per loro. Le forze armate, che voglio ringraziare, sono efficientissime e perfettamente in grado di fare lo stesso con i 35 italiani sulla nave: operativamente si può fare. Il tema è la decisione politica, lo dico da parlamentare di maggioranza con piena solidarietà verso il governo e da membro della commissione Esteri. Il ministro faccia un passo presso le autorità giapponesi per decidere un’operazione simile a quella fatta con Niccolò. Ci sono 35 italiani che rischiano ogni giorno di più.

Di Maio oggi dice che la Farnesina sta ancora valutando quale strada intraprendere…

Penso che l’operazione fatta dagli Stati Uniti cambi lo scenario. Poi le capacità operative degli Usa sono diverse, ma anche a noi non mancano. Il caso di Niccolò dimostra che quando vogliamo possiamo riportare a casa un ragazzo, lo si faccia e ci si attivi con determinazione anche in questo caso. È intollerabile che si aspetti il 24 febbraio, mancano 9 giorni. Gli Stati Uniti lo hanno fatto, facciamolo anche noi. E lo dico senza polemiche.

Sulla gestione del caso della Diamond Princess le autorità giapponesi hanno colpe?

Io non parlo di colpe. Noto che le analisi internazionali, tipo quella del Nyt, parlano apertamente di una indecisione grave da parte delle autorità giapponesi. Ma le autorità italiane, come quelle Usa, possono procedere alla decisione politica di utilizzare le forze armate per riportare a casa i 35 italiani.

C’è stata una risposta tardiva della Farnesina?

No, credo di no. Il mio è un invito solidale e collaborativo. Stamani festeggiamo il rientro di Niccolò, da oggi quei 35 sono il nostro obiettivo. Nessuna critica, ma un invito molto forte, per portare a casa i nostri connazionali nell’immediato.

Sul caso di Niccolò c’è stato qualche errore da parte dell’Italia?

No, credo di no, è stato fatto tutto il possibile. Grazie alle forze armate, alla diplomazia. È una bellissima notizia che sia tornato. Non c’è nessuna critica da muovere.

Come sta gestendo l’Italia il rimpatrio dei connazionali e l’emergenza Coronavirus?

Il Governo si sta muovendo con lucidità, accortezza e tempismo. Credo che abbia fatto molto bene in due sensi: da una parte ha seguito il criterio di ascoltare gli scienziati, che sanno di cosa parlano. E anche sul piano della scuola con la circolare di Speranza è stata fatta una buona cosa, incoraggiando i presidi a lavorare insieme alle famiglie degli studenti cinesi tornati in Italia, segnalando eventualità di casi sospetti. Aggiungo un altro elemento politicamente importante: la Lega era partita con la solita caciara polemica, hanno provato a fare propaganda. Ma la grande lucidità e la rapidità del governo hanno disarmato persino la Lega. Poi ci hanno riprovato i governatori leghisti con la questione della quarantena, ma in realtà sono stati disarmati dalla rapidità e dall’efficienza del governo italiano.

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