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Crisi di governo 2019

Conte al lavoro per comporre la squadra e il programma: il totoministri

Conte è al lavoro per comporre la squadra dei ministri del nuovo governo. Una delle ipotesi più probabili è che al Pd vadano due ministeri di peso, Viminale ed Economia. Mentre tra i pentastellati di fa il nome di Lorenzo Fioramonti al ministero del Lavoro. Non è ancora chiaro il ruolo di Di Maio, ma è ormai quasi certo che non sarà confermato vicepremier.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il secondo giro di consultazioni del premier incaricato Giuseppe Conte è già iniziato, e servirà a costruire insieme ai partiti una nuova maggioranza, attorno a un programma condiviso. Conte dovrebbe sciogliere la riserva martedì, e presentare al Capo dello Stato Mattarella la sua lista dei ministri. Poi ci sarà il giuramento probabilmente nella giornata di mercoledì. Intanto continuano a girare le prime indiscrezioni sui possibili ministri del nuovo governo. Il nodo del vicepremier non è stato ancora sciolto, e non si sa quindi se il capo dell'esecutivo giallo rosso avrà un vice o no. Ma di sicuro se ci sarà un numero 2 non potrà essere un esponente del M5S. I papabili sono Dario Franceschini Andrea Orlando, mentre alla Sottosegretaria alla presidenza del Consiglio dovrebbe andare Paola De Micheli (in lizza anche per il Mise) A quel punto Luigi Di Maio dovrebbe accontentarsi del ministero della Difesa.

Rimanendo scoperto il dicastero del Lavoro, una delle ipotesi è che possa essere designato Lorenzo Fioramonti, in quota 5 Stelle, vice ministro al ministero dell'Istruzione uscente. Sembrano invece affievolirsi le possibilità per Andrea Roventini di far parte dell'esecutivo. Verso la riconferma invece Fraccaro e Bonafede, fedelissimi di Di Maio, rispettivamente ai Rapporti con il Parlamento e Giustizia. Il capogruppo pentastellato al Senato Stefano Patuanelli sembra sia il favorito per il ministero dei Trasporti al posto di Danilo Toninelli.

È probabile che al Pd vadano due dicasteri importanti, come il Viminale e l'Economia. La casella degli Interni, se ad aggiudicarsela fossero i dem, potrebbe essere occupata dal prefetto Mario Morcone, che si è già espresso molto chiaramente sulla politica dei porti chiusi, che non condivide, e sul decreto Sicurezza bis: "A mio avviso va abolito. O quantomeno profondamente rivisto". Prima di tutto perché "in più punti è incostituzionale", secondo perché "non rappresenta la cultura e i valori del nostro Paese". Ma restano ancora sul piatto i nomi dell'ex ministro Marco Minniti e del capo della Polizia Franco Gabrielli. Mentre per l'Economia i nomi che vanno per la maggiore sono quello dell'economista Tommaso Nannicini e di Lucrezia Reichlin, profili più ‘tecnici', rispetto al nome che era circolato negli ultimi giorni, ovvero quello dell'europarlamentare del Pd Roberto Gualtieri.

Paolo Gentiloni resta il nome più forte per gli Esteri, anche se non è escluso che possa fare il commissario Ue. All'Istruzione si era fatto nei giorni scorsi il nome di Maurizio Martina, mentre pare che potrebbero essere presi in considerazione Marina Sereni (Pd) o Nicola Morra (M5S).

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