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Caso Siri, Di Maio: “Arata ha provato a manipolare la mia nomina a ministro. Fatto gravissimo”

“Sono tranquillo perché il M5S ha bloccato gli emendamenti sull’eolico che voleva quel signore, Arata, forse per conto di Nicastri. Ma se qualcuno ha provato a controllare e sabotare l’azione di M5s al governo vogliamo massima chiarezza”: così Luigi Di Maio commenta le ultime novità del caso Siri.
A cura di Annalisa Girardi
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"Ho sentito tramite alcune notizie di stampa che c’è stato un momento, mentre si stava formando il governo, in cui qualcuno come Arata ha dichiarato telefonicamente di volermi controllare nominando un sottosegretario o uno nel mio gabinetto al ministero degli esteri perché si diceva che Di Maio dovesse andare al ministero degli Esteri. Hanno provato a pilotare la mia nomina da ministro: è un fatto gravissimo". Luigi Di Maio commenta in un video su Facebook quanto emerso dalle intercettazioni che hanno coinvolto il consulente delle Lega, Paolo Arata, indagato dalla procura di Roma nel caso che ha portato alla revoca dell'incarico del sottosegretario Armando Siri. Un caso che aveva creato tensioni altissime fra gli alleati di governo.

"Se qualcuno esterno al governo", ha continuato Di Maio, "ha provato in qualche modo a orientare le scelte del governo e a manipolarle su questo si deve fare la massima chiarezza. Chiederò alla magistratura la massima chiarezza, anche se ci sono stati altri tentativi di intervento nei nostri riguardi". Il leader pentastellato ha poi affermato di essere tranquillo "perché il M5S ha bloccato gli emendamenti sull’eolico che voleva quel signore, Arata, forse per conto di Nicastri ma se qualcuno ha provato a controllare e sabotare l’azione di M5s al governo vogliamo massima chiarezza".

Vito Nicastri, il re dell'eolico considerato vicino ai clan mafiosi, e suo figlio Manlio, con le loro dichiarazioni, hanno complicato le posizioni di Siri e Arata. In seguito alla pubblicazione delle intercettazioni incriminanti, Manlio Nicastri ha ammesso: "C'ero pure io quella sera. Siri non è stato pagato, ma Arata mi disse di avergli promesso 30mila euro se l'emendamento fosse passato”. Vito Nicastri, invece, ha affermato: "All’epoca stavo in carcere, era mio figlio che parlava con Arata. E mio figlio mi ha detto che Arata avrebbe fatto un regalo a Siri se l’emendamento fosse passato. Un regalo che ritengo fosse quantificabile in 30mila euro. Arata non disdegnava di pagare. Come anche io".

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