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Opinioni

Campania, interviene Renzi. L’obiettivo? Impedire la sfida a due De Luca – Cozzolino

Renzi apre il “dossier Campania” e Guerini punta a far saltare la direzione regionale di sabato prossimo che dovrebbe ufficializzare le primarie. Voci di una indisposizione del segretario regionale Assunta Tartaglione….
A cura di Carlo Tarallo
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Chi ha paura delle primarie? Matteo Renzi! Incredibile a dirsi: i gazebo, il simbolo del renzismo, l’icona della partecipazione e della scelta dal basso dei candidati a ricoprire incarichi istituzionali o di partito, sembrano diventate il terrore di chi, al Nazareno, vede profilarsi in Campania una sfida tra due candidati, Andrea Cozzolino e Vincenzo De Luca, nessuno dei quali può essere definito renziano. In pratica, peggio ancora di quanto accaduto in Calabria, dove il candidato della “ditta”, Mario Oliverio, ha sconfitto il fedelissimo del premier Gianluca Callipo. E così ieri Renzi ha aperto per la prima volta il “dossier Campania”, affidandone la soluzione a Lorenzo Guerini e Luca Lotti. Una giornata, quella di ieri a Roma, caratterizzata dall’allarme rosso: sabato prossimo è in programma una direzione regionale del partito che dovrebbe stabilire la fatidica data delle primarie. E la parola d’ordine degli avversari del sindaco di Salerno e dell’europarlamentare è una sola: rinviare.

Diktat di Guerini a Casillo: “Così non va, rinviate tutto”. E la Tartaglione si ammala… – Ma come? Indiscrezioni attendibili raccontano di un colloquio turbolento tra Lorenzo Guerini e Mario Casillo, “capo corrente” napoletano grande sponsor del segretario regionale Assunta Tartaglione. Casillo, che nella geografia del partito campano sarebbe tra l'altro un sostenitore di De Luca, ha avuto un mandato preciso: far saltare la direzione regionale di sabato per dare ai renziani di Francesco Nicodemo e Pina Picierno, ai popolari di Salvatore Piccolo e Lello Topo e ai riformisti di Massimo Paolucci e Umberto del Basso de Caro, di trovare il modo per liberarsi dalla tenaglia De Luca-Cozzolino. E i maligni ieri sera collegavano la voce di una indisposizione della Tartaglione, circolata in tarda serata, proprio alla volontà di prendere tempo e di non far svolgere la direzione. Ma tempo per cosa?

O un accordo con Ncd o un “terzo nome” in campo – Sono due le ipotesi in campo al Nazareno: la prima prevede un allargamento della coalizione a Ncd e Udc, con un candidato che renda inutili le primarie. Scartata l’ipotesi di convergere su Nunzia De Girolamo e Gaetano Quagliariello, alfaniani doc e quindi indigeribili per l’elettorato piddino, si cerca un “terzo nome” che abbia le caratteristiche di Raffaele Cantone, il giudice che continua a resistere alle preghiere di scendere in pista. Più che una prospettiva concreta, questa idea del nome a sorpresa sembra sempre più un miraggio. E allora ecco il “piano B” dei renziani, degli ex Dc e dei riformisti: scegliere un candidato alle primarie che possa aggregare queste aree del partito e abbia possibilità concrete di prevalere sui favoriti De Luca e Cozzolino. E qui la cerchia di papabili si restringe a tre nomi: Enzo Amendola per i riformisti, Enzo Cuomo per i popolari e Pina Picierno per i renziani. Ma per scegliere il “nome giusto” si annuncia un’altra lunga battaglia interna, a meno che non prevalga il metodo della rosa  da sottoporre a Renzi affinchè indichi il “terzo candidato”.

In campo Amendola per tenere “coperto” Del Basso de Caro – E iniziano a circolare, tra gli addetti ai lavori, veleni e malignità: tra popolari e renziani, infatti, si sta facendo largo l’idea che il nome di Amendola sia stato fatto per puro tatticismo, ovvero per tenere Umberto del Basso de Caro, vero uomo forte della componente dalemiana in Campania, “coperto” in una prima fase, per poi tirarlo fuori al momento opportuno come candidato di superamento. Sullo sfondo, i “soliti sospetti”: ovvero che sull’asse Roma-Napoli si tenda a perdere tempo per avvantaggiare Stefano Caldoro in nome di una applicazione locale del Patto del Nazareno…

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