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App Immuni, via libera alla sperimentazione in 4 Regioni: dal 15 giugno funzionerà in tutta Italia

Inizia la sperimentazione dell’app Immuni, lo strumento del governo per il tracciamento dei contatti, in quattro Regioni: Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Dal prossimo 15 giugno è invece previsto il funzionamento su tutto il territorio nazionale. Non sono però mancate le polemiche. Il software è stato comunque già scaricato da due milioni di cittadini.
A cura di Annalisa Girardi
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Da oggi, lunedì 8 giugno, l'app Immuni diventerà operativa in quattro Regioni, Abruzzo, Liguria, Marche e Puglia. Dallo scorso 1° giugno l'applicazione era disponibile su App Store e Play Store: dopo una settimana di controlli e verifiche, e dopo il via libera del Garante della privacy, si parte con la sperimentazioni in quattro Regioni. Dal prossimo 15 giugno dovrebbe iniziare a funzionare in tutto il Paese. Il commissario straordinario per l'emergenza coronavirus, Domenico Arcuri, ha confermato che il software per il tracciamento dei contatti è già stato scaricato da oltre due milioni di cittadini. Intervenendo a Mezz'ora in più su Rai Tre, inoltre, ha definito l'applicazione "una componente essenziale per questa fase".

Nella scorsa settimana non sono mancate le polemiche. Prima le critiche per le grafiche, accusate di sessismo, poi i problemi di incompatibilità con alcuni modelli di smartphone. "Stiamo riscontrando problemi di funzionamento", si legge nel sito dedicato a Immuni in riferimento ad alcuni modelli: "In alcuni casi non è possibile attivare le notifiche di esposizione. In altri è possibile, ma il servizio smette di funzionare quando l’app viene chiusa", si spiega, aggiungendo che i tecnici sono al lavoro per risolvere questi problemi.

"Non dobbiamo credere che questa emergenza sia finita: l'emergenza finirà solo quando verrà scoperto il vaccino e quando sarà prodotto in maniera sufficiente per rendere immuni tutti i cittadini che devono esserlo", ha proseguito Arcuri su Rai Tre, chiamando alla responsabilità dei cittadini anche in questa nuova fase di convivenza con il virus. "Se non ci comportiamo responsabilmente ci sarà una recrudescenza", ha aggiunto parlando di una possibile nuova ondata di contagi. "Se invece lo saremo potrà esserci una qualche ulteriore recrudescenza, ma sarà contenuta", ha continuato. In questo momento, secondo il commissario, la priorità deve essere una strategia nazionale che permetta di trovare le persone asintomatiche. I tamponi non mancano, ha precisato: "Ad oggi si possono effettuare 92 mila tamponi al giorno", contro i 62 mila al giorno dell'ultimo mese. "I test molecolari sono l'unica vera componente per dire se c'è contagio o pure no e su questo bisognerebbe fare la caccia agli asintomatici. Oggi su questo siamo meno impreparati di come eravamo a marzo, dunque dobbiamo preparaci e in questa fase accelerare", ha concluso.

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