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Aggressioni contro giornalisti in aumento (+19%), Lamorgese: “Servono tutele contro minacce in rete”

La ministra dell’Interno Lamorgese ha detto che servono nuovi strumenti per il contrasto degli episodi di intimidazione nei confronti dei giornalisti: “L’obiettivo comune è quello di individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Dopo le proteste violente e le aggressioni dei giorni scorsi, messe in atto da manifestanti No Vax e No Green Pass per protesta nei confronti delle misure anti Covid – si è riunito il "Centro di coordinamento dell'attività di monitoraggio, analisi e scambio permanente di informazioni sul fenomeno degli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti", che era stato convocato dalla ministra dell'Interno Luciana Lamorgese. Il Viminale e i rappresentanti dei giornalisti condividono "l'esigenza di definire nuovi strumenti operativi per rendere più efficace la prevenzione di un fenomeno che desta grande preoccupazione anche per le dimensioni che sta assumendo sulla rete". L'escalation di attacchi sulla rete e le tensioni in piazza, sfociate in veri e propri atti di violenza ai danni dei cronisti, hanno reso necessaria una dura presa di posizione da parte del governo.

"L'obiettivo comune è anche quello di individuare specifiche misure finalizzate a rafforzare la tutela dagli attacchi mossi sulla rete non solo nei confronti dei giornalisti ma di tutte le categorie più esposte a episodi di odio in questa delicata fase storica caratterizzata dalla pandemia", ha detto la ministra Luciana Lamorgese, nel corso dell'incontro. Durante la riunione – alla quale hanno partecipato, tra gli altri, il capo della polizia Lamberto Giannini, il vice capo della polizia Vittorio Rizzi, il presidente dell'Ordine nazionale dei giornalisti Carlo Verna e il segretario generale della Federazione nazionale della stampa Raffaele Lorusso – sono state esaminate le dinamiche che hanno caratterizzato gli ultimi episodi di intolleranza e odio.

Nei primi sette mesi del 2021 gli atti intimidatori nei confronti dei giornalisti sono cresciuti del 19% rispetto allo stesso periodo dell'anno scorso (dato al 31 luglio 2021). E più di un caso su due è avvenuto in rete.

"Stiamo assistendo a una deriva odiosa: le aggressioni dei giorni scorsi ai giornalisti, le minacce a personaggi pubblici e l'assalto al gazebo del M5S ad opera di chi intende far valere le proprie – spesso non chiare – ragioni, rappresenta un campanello d'allarme che stiamo sottovalutando. Chi si macchia di reati andrà perseguito come previsto dalla legge, mentre le nostre forze dell'ordine sono pronte a far cessare ogni tentativo di creare disagio o minacciare la pubblica incolumità", ha commentato il sottosegretario all'Interno Carlo Sibilia, intervistato a Coffee Break su La7 sulle manifestazioni No Vax  previste per oggi pomeriggio, durante le quali potrebbero essere prese d'assalto le stazioni in 54 città italiane.

"Il Viminale, con tutte le sue strutture, prende molto suo serio quanto avviene in piazza e sui social e intende prevenire ogni rigurgito violento che ne possa scaturire. Quello che deve essere chiaro a tutti, senza ambiguità, è che il rispetto delle misure del Governo è indispensabile per la tutela della salute pubblica e dell'economia", ha assicurato il sottosegretario.

Le azioni di violenza dei No Vax

Gli attacchi sono aumentati negli ultimi giorni, con l'aggressione alla cronista di RaiNews Antonella Alba, spintonata durante un corteo nella Capitale, e poi con il videomaker di ‘Repubblica' Francesco Giovannetti, vittima di un'aggressione davanti al ministero dell'Istruzione, dove si erano dati appuntamento i lavoratori della scuola, che protestavano contro la certificazione verde, obbligatoria negli istituti scolastici da oggi.

Le minacce sono state indirizzate anche a politici e scienziati. Anche l'infettivologo Matteo Bassetti, che pochi mesi fa era considerato un punto di riferimento da molti esponenti di destra, è stato vittima di insulti, inseguito sotto casa e minacciato. Mentre il virologo Fabrizio Pregliasco ha ricevuto diverse telefonate anonime. Per il ministro della Salute Speranza, a quanto ha appreso il ‘Foglio', si è resa necessaria anche la scorta. Anche il ministro degli Esteri Luigi Di Maio è finito nel mirino dei No Green Pass, con minacce e insulti che circolano nelle chat Telegram, dove sono stati diffusi anche i numeri di telefono e gli indirizzi di diversi virologi e personaggi politici, per organizzare vere e proprie campagne di diffamazione.

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