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Acca Larentia, La Russa: “Fdi non c’entra con adunata, ma non è detto che il saluto romano sia reato”

La Russa prende le distanze dall’adunata di Acca Larentia, ma sottolinea che il saluto romano potrebbe non essere reato: “È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono”.
A cura di Annalisa Cangemi
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Il presidente del Senato Ignazio La Russa, in un colloquio con il Corriere della Sera, dice la sua sull'adunata con saluto romano avvenuta domenica davanti all'ex sede dell'Msi, nel corso dell'anniversario della strage di Acca Larentia a Roma, quando centinaia di militanti di destra si sono schierati con il braccio teso per ricordare le tre vittime del 1978. Sul caso la Digos invierà un'informativa ai magistrati di Roma.

Le opposizioni hanno presentato interrogazioni, chiedendo lo scioglimento dei gruppi neofascisti, il rispetto della Costituzione e della legge che vieta la ricostituzione del partito Fascista e l'apologia. E soprattutto chiedono una presa di posizione netta da parte della presidente del Consiglio Giorgia Meloni, che fino ad ora non si è espressa. Tra i leader della maggioranza nella giornata di ieri una condanna è arrivata solo dal segretario nazionale di Forza Italia Antonio Tajani.

Nel merito della vicenda, però, La Russa dice di non "voler entrare". "Concordo pienamente con Rampelli quando dice che FdI è totalmente estranea all'episodio dei saluti romani alla commemorazione delle tre giovanissime vittime dell'attentato di Acca Larentia. Peraltro, il fatto è stato eclatante e ha avuto molta visibilità, ma il partito davvero non ha alcun ruolo o responsabilità in quello che è successo".

"Abbiamo sempre detto ai nostri di non partecipare a certe manifestazioni, che vengono inevitabilmente strumentalizzate da chi vuole attaccarci. Non si va a certe commemorazioni. Non c'entriamo nulla, non c'entra il partito", continua La Russa.

Sul saluto romano come gesto di apologia del fascismo, e quindi reato, il presidente di Palazzo Madama sottolinea "più da avvocato che da politico" come "ci sia incertezza su come considerare certi gesti in caso di commemorazione di persone defunte. Attendo con interesse la prevista riunione a sezioni riunite della Cassazione proprio su questo punto. È possibile che si stabilisca che un saluto romano durante una commemorazione non sia apologia di fascismo, e quindi non sia reato, come molte sentenze stabiliscono. Servirebbe chiarezza, ce lo aspettiamo. Da avvocato appunto, più che politico. Perché, ripeto, come partito noi siamo estranei a certe manifestazioni. Quindi non abbiamo nulla da cui dissociarci".

Stessa linea ribadita da Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera ed esponente di Fratelli d'Italia: "Noi non facciamo saluti romani, per scelta e non per convenienza, da sempre e non da oggi perché governiamo. Schlein dovrebbe documentarsi. Decidemmo di non mettere piede a quella manifestazione per la sua natura estremista oltre 25 anni fa. Abbiamo un'altra idea di ‘destra'. Una decisione tangibile", dice in un'intervista alla Stampa.

Sull'interrogazione presentata dal Pd sulla sua presenza al raduno, Rampelli dichiara: "Denotano scarsa preparazione, se non sanno quale è stato il mio percorso nella destra italiana significa che non hanno a cuore la storia d'Italia. Sono il più feroce avversario del nostalgismo e il più deciso modernizzatore del mio mondo. Lo sanno anche i sassi. Per questo non ho nulla da spartire con chi fa saluti romani. Mi fa specie piuttosto che nessuno chieda la riapertura delle indagini per trovare gli assassini di tre ragazzi innocenti, da sinistra non si è sentito un fiato. Sembra più importante trovare i nostalgici delle braccia tese". Mentre sull'esposto annunciato dal M5S per apologia di fascismo, Rampelli risponde così: "La magistratura non ha bisogno di esposti per agire. Ha foto e video di decenni, se avesse ravveduto reati immagino li avrebbe perseguiti da tempo. In democrazia c'è il diritto di manifestare le proprie opinioni anche quando non collimano con il sentimento comune, il limite invalicabile è l'uso della violenza, la coercizione, l'intimidazione e la ricostituzione del Pnf. Lì occorre essere inflessibili, non reprimendo le opinioni".

Matteo Salvini non condanna il saluto romano

"Chi si dice fascista o comunista nel 2024 mi fa tenerezza, sono stati sconfitti dalla storia, fortunatamente non torneranno". Lo ha detto oggi il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e Trasporti, Matteo Salvini, commentando a Rtl 102,5, le commemorazioni per i fatti di Acca Larentia. "Io sono proiettato nel futuro – ha aggiunto – e spero che anche la politica italiana la smetta di guardare al passato. Questo perenne dibattito giornalistico stanco su 70 anni fa, anche basta".

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