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8 Marzo, Meloni cita Schlein: “Spesso non ci vedono arrivare, siamo sottovalutate ed è un vantaggio”

Giorgia Meloni, in occasione dell’8 marzo, cita le parole pronunciate dall’avversaria Elly Schlein, durante il suo discorso fatto subito dopo la vittoria alle primarie del Pd: “Voglio dire alle donne di questa nazione che il fatto di essere sempre o quasi sempre sottovalutate è un grande vantaggio, perché spesso non ti vedono arrivare”.
A cura di Annalisa Cangemi
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"Voglio dire alle donne di questa nazione che il fatto di essere sempre o quasi sempre sottovalutate è un grande vantaggio, perché sì, spesso non ti vedono arrivare". La presidente del Consiglio Giorgia Meloni riprende le parole della sua rivale, la neo leader della principale forza d'opposizione, la segretaria del Partito Democratico Elly Schlein. E nel fare sua la citazione che la deputata dem ha utilizzato subito dopo la vittoria alle primarie, la sera del 26 febbraio, automaticamente la legittima come avversaria. In un ideale duello a distanza. Una è la prima donna ad arrivare al vertice del partito. L'altra è la prima donna a entrare da premier a Palazzo Chigi.

"Ancora una volta non ci hanno visto arrivare", sono state le prime parole pronunciate da Schlein, subito dopo lo spoglio delle schede. La parlamentare alludeva proprio all'esito del voto, che ha ribaltato quello dei circoli e anche le previsioni dei sondaggi, che da davano per favorito lo sfidante Stefano Bonaccini.

"Spesso non ti vedono arrivare", ha ripetuto oggi la premier Giorgia Meloni, mentre si trovava alla Camera per scoprire la sua foto, aggiunta nella Sala delle donne accanto a quelle di chi ha ricoperto un incarico pubblico per la prima volta. Ci sono Nilde Iotti, prima presidente della Camera; Marta Cartabia, prima presidente della Corte costituzionale. Tina Anselmi, prima ministra; Elisabetta Casellati, prima presidente del Senato. E tante altre. Da oggi anche Meloni, prima donna a palazzo Chigi. La premier tiene un lungo discorso sulle donne, alla vigilia dell'8 marzo, ha passato in rassegna i ruoli occupati in passato.

Entrambe, Schlein e Meloni, hanno citato una frase femminista che è anche il titolo del libro della storica americana Lisa Levenstein: "They didn't see us coming – La storia nascosta del femminismo negli anni 90".

Levenstein è direttrice del programma di studi sulle donne, il genere e la sessualità e professore associato di storia all'UNC Greensboro (Carolina del Nord). Nel volume traccia le origini del percorso con cui si sta costruendo una forte coalizione al livello internazionale, incentrata sulla crescente influenza di donne omosessuali, di colore e attiviste del sud del mondo. Il suo lavoro ha gettato le basi per il forte attivismo femminista visto negli ultimi movimenti, comprese le campagne Women's March e #MeToo del 2017. Il volume "They Didn't See Us Coming" mostra come le donne ai margini della società abbiano costruito un movimento all'alba dell'era digitale.

La premier ha tenuto questa mattina un lungo discorso sulle donne, alla vigilia dell'8 marzo, passando in rassegna i ruoli occupati in passato. Ha ricordato gli sguardi dei colleghi la prima volta che entrò nell'Aula della Camera come vice presidente: "Avevano l'aria di chi dice ‘adesso ci divertiamo'". E anche la "sorpresa di molti la prima volta che risposi a tono a un collega che aveva molta più esperienza di me".

La premier poi ha suggerito alle le donne di non celebrare la ricorrenza di domani come "una giornata di rivendicazione di quello che gli altri ci devono concedere, ma come una giornata di orgoglio e consapevolezza di quello che possiamo fare, piaccia o no agli altri" perché "con la volontà, l'orgoglio e la consapevolezza si può raggiungere qualsiasi obiettivo".

Nel suo intervento, davanti al presidente della Camera, Lorenzo Fontana, al ministro Elisabetta Casellati, a Marta Cartabia,  Meloni ha ricordato anche di aver incrociato questi "sguardi divertiti" molte volte nella sua vita: "Quando sono diventata primo presidente donna di un'organizzazione giovanile di destra, quando sono diventata ministro più giovane della storia d'Italia, quando ho fondato un partito e quando sono diventata presidente del Consiglio: qualsiasi cosa abbia fatto nella mia vita – ha sottolineato – i più hanno scommesso sul mio fallimento. C'entra il fatto che io sia una donna? Probabilmente sì. Ma c'è una buona notizia: il fatto di essere quasi sempre sottovalutate è un vantaggio, perché non ci vedono arrivare".

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