25 aprile, Mattarella: “Fu il nostro secondo Risorgimento, storia non si deve riscrivere”
Nella polemica sul 25 aprile, con i ministri leghisti – a partire dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini – che non parteciperanno alle celebrazioni, interviene a modo suo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e delle associazioni partigiane. A loro esprime “la riconoscenza della Repubblica” per la loro azione “volta a perpetuare e onorare il ricordo di quanti hanno perso la vita, hanno subito immani sofferenze nelle vicende belliche che hanno accompagnato il farsi dell'Italia unita e la conquista della libertà e della democrazia nei tragici mesi di lotta che portarono il proprio paese a riscattare la propria dignità”.
Per il capo dello Stato la data del 25 aprile “riveste questo significato: un popolo capace di riscattarsi, di riconquistare il proprio destino sulle macerie materiali e morali di un regime nemico dei suoi stessi concittadini. La vostra testimonianza è il riflesso dell'Italia repubblicana, un importante argine di verità, un monito permanente contro interessate riscritture della storia e degli avvenimenti, particolarmente in una fase di profonda trasformazione del rapporto tra informazione e pubblica opinione. E dunque l'attenzione va diretta soprattutto ai giovani affinché sappiano far propri i valori costituzionali”.
La festa della Liberazione, secondo Mattarella, “ci stimola a riflettere su come il nostro paese risorse dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Fu un nuovo Risorgimento per il nostro popolo, stremato da anni di dittatura, guerra e ingiustizie. Un paese che ha saputo resistere contro le continue violenze e soprattutto contro la violenza morale”. Per Mattarella conoscere quella tragedia oggi aiuta “a comprendere le tante sofferenze che si vivono alle porte dell'Europa”. E oggi ricorda “donne e uomini, civili, militari e sacerdoti che contribuirono al doloroso ma decisivo percorso verso la libertà e il riscatto del nostro paese. La società democratica, la libertà di cui beneficiamo non sono traguardi conseguiti per sempre, ma vanno difesi e sviluppati”.