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25 aprile, Mattarella: “Fu il nostro secondo Risorgimento, storia non si deve riscrivere”

Il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, torna a ribadire l’importanza delle celebrazioni del 25 aprile, quello che il capo dello Stato definisce il “secondo Risorgimento” italiano. Mattarella lancia un monito sostenendo che le testimonianze sono un “importante argine di verità, un monito permanente contro interessate riscritture della storia e degli avvenimenti”.
A cura di Stefano Rizzuti
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Nella polemica sul 25 aprile, con i ministri leghisti – a partire dal vicepresidente del Consiglio Matteo Salvini – che non parteciperanno alle celebrazioni, interviene a modo suo anche il presidente della Repubblica, Sergio Mattarella, incontrando i rappresentanti delle associazioni combattentistiche e delle associazioni partigiane. A loro esprime “la riconoscenza della Repubblica” per la loro azione “volta a perpetuare e onorare il ricordo di quanti hanno perso la vita, hanno subito immani sofferenze nelle vicende belliche che hanno accompagnato il farsi dell'Italia unita e la conquista della libertà e della democrazia nei tragici mesi di lotta che portarono il proprio paese a riscattare la propria dignità”.

Per il capo dello Stato la data del 25 aprileriveste questo significato: un popolo capace di riscattarsi, di riconquistare il proprio destino sulle macerie materiali e morali di un regime nemico dei suoi stessi concittadini. La vostra testimonianza è il riflesso dell'Italia repubblicana, un importante argine di verità, un monito permanente contro interessate riscritture della storia e degli avvenimenti, particolarmente in una fase di profonda trasformazione del rapporto tra informazione e pubblica opinione. E dunque l'attenzione va diretta soprattutto ai giovani affinché sappiano far propri i valori costituzionali”.

La festa della Liberazione, secondo Mattarella, “ci stimola a riflettere su come il nostro paese risorse dopo la tragedia del secondo conflitto mondiale. Fu un nuovo Risorgimento per il nostro popolo, stremato da anni di dittatura, guerra e ingiustizie. Un paese che ha saputo resistere contro le continue violenze e soprattutto contro la violenza morale”. Per Mattarella conoscere quella tragedia oggi aiuta “a comprendere le tante sofferenze che si vivono alle porte dell'Europa”. E oggi ricorda “donne e uomini, civili, militari e sacerdoti che contribuirono al doloroso ma decisivo percorso verso la libertà e il riscatto del nostro paese. La società democratica, la libertà di cui beneficiamo non sono traguardi conseguiti per sempre, ma vanno difesi e sviluppati”.

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