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Perché Susanna Camusso vuole Maurizio Landini come suo successore alla guida della Cgil

In un video su Facebook Susanna Camusso spiega perché Maurizio Landini è stato scelto come suo successore: “Risponde a quei principi di autonomia e dell’organizzazione, di capacità di costruire dei processi di squadra in cui di cui crediamo sia abbia un gran bisogno”. Fonti sindacali hanno parlato di uno ‘strappo’.
A cura di Annalisa Cangemi
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‘In un ragionamento di pluralità della nostra segreteria, della necessità che ci sia la valorizzazione del gruppo dirigente di questi anni, l'individuazione del compagno Maurizio Landini come segretario generale risponde a quei principi di autonomia e dell'organizzazione, di capacità di costruire dei processi di squadra in cui di cui crediamo sia abbia un gran bisogno". La leader Cgil Susanna Camusso, il cui mandato scade il prossimo 3 novembre, spiega su Facebook la decisione di candidare l'ex segretario generale Fiom Maurizio Landini come suo successore. Una scelta resa nota nel corso della segreteria del sindacato di lunedì che non ha raccolto però l'unanimità dei consensi. Eppure, spiega ancora Camusso che a breve convocherà il direttivo, nel corso delle ‘consultazioni' era emersa proprio questa necessità: che la Cgil cioè ‘‘consolidi la sua autonomia, la sua autorevolezza, la sua capacità di proposta programmatica e strategica, la sua capacità di azione sindacale in un Paese in cui sembra che nessuno voglia progettare".

Secondo fonti sindacali consultate dall'Agi alla riunione di lunedì si sarebbe consumato uno strappo. Pertanto sarebbe questo lo scopo del comitato direttivo nazionale: risanare quella frattura. Lo chiedono alcuni dirigenti della Cgil: "L'obiettivo – spiegano le fonti – è quello di condividere un percorso democratico rispettoso delle regole interne, di garantire una reale partecipazione del gruppo dirigente e di arrivare così a delle scelte, che verranno assunte nell'assemblea generale che sarà eletta al congresso, che siano ampiamente unitarie". Promotori di questa iniziativa, "finalizzata quindi a una ricucitura dei rapporti interni", precisano le fonti, sarebbero, tra gli altri, dirigenti di regioni come il Lazio, l'Emilia-Romagna, la Liguria, la Basilicata e l'Umbria, o di categorie nazionale come chimici, edili, telecomunicazioni e pensionati. "Tale esigenza – spiegano – è maturata a seguito delle vicende che stanno coinvolgendo in queste ore la Cgil e delle forti preoccupazioni che stanno emergendo nell'organizzazione per la tenuta unitaria, per la qualità della discussione da sviluppare e per la gestione dei prossimi passaggi congressuali".

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