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Milano, alla Scala il requiem per Gioacchino Rossini voluto dall’amico Giuseppe Verdi

Nel 1868, dopo la morte di Gioacchino Rossini, ben tredici compositori italiani decisero di omaggiare il maestro con un requiem. La partitura, andata perduta per oltre un secolo, torna a rivivere per la prima volta al Piermarini di Milano.
A cura di Redazione Cultura
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Un anno dopo la morte di Gioacchino Rossini ben tredici compositori italiani, tra cui Giuseppe Verdi, decisero di omaggiare il maestro con la Messa per Rossini. E il prossimo 10, 12 e 15 novembre, giocando d'anticipo sull'anniversario rossiniano del 2018, il maestro Riccardo Chailly porterà alla Scala di Milano la Messa per Rossini, mai eseguita prima d'ora al Piermarini. L’esecuzione, che venerdì 10 sarà trasmessa in diretta da Rai Radio3, diventerà un CD Decca.

La Messa per Rossini porta al Teatro alla Scala un cast in cui spiccano alcune delle migliori voci, in particolare italiane, dei nostri anni. Maria José Siri, trionfatrice nella Madama Butterfly che ha inaugurato la Stagione 2016~2017, Veronica Simeoni, già ascoltata alla Scala come Giulietta ne Les Contes d’Hoffmann e Fenena in Nabucco. Ci saranno poi Giorgio Berrugi, tra i più apprezzati tenori italiani, Simone Piazzola, uno dei baritoni più musicali ed eleganti di oggi, e Riccardo Zanellato che ha debuttato alla Scala come Sparafucile nel Rigoletto diretto da Chailly nel 2006.

Fu Giuseppe Verdi a proporre, in una lettera all’editore Tito Ricordi datata 17 novembre 1868, quattro giorni dopo la morte di Rossini, di coinvolgere un gruppo di musicisti nella creazione di questo Requiem per commemorare il Pesarese nel primo anniversario della morte. Si pensò in un primo tempo a una collaborazione fra tre Maestri: Verdi stesso, Carlo Coccia e Saverio Mercadante, che fu costretto a ritirarsi dall’impresa per motivi di salute.

Fu quindi costituita presso il Conservatorio di Milano una commissione, di cui fu segretario Giulio Ricordi, per selezionare i partecipanti. Non mancarono le polemiche: l’impresario bolognese Scalaberni per esempio lamentò l’esclusione di giovani compositori come Boito, il cui Mefistofele aveva però incontrato lo sfavore del pubblico, o Marchetti, il cui Ruy Blas aveva avuto migliore ma non eccellente fortuna. I compositori prescelti erano tuttavia tra i più apprezzati del tempo e avevano esperienza in campo operistico (tranne Gaspari) e sacro, oltre a rappresentare diverse aree geografiche, significando un omaggio a Rossini di tutto il Paese.

La prima esecuzione assoluta era prevista per il 13 novembre a Bologna: le prime difficoltà emersero quando il direttore designato, Angelo Mariani, accettò di partecipare anche alle celebrazioni di Pesaro suscitando l’ira di Verdi e del Comitato. Fu però Luigi Scalaberni, impresario del Comunale, a creare l’impedimento più grave negando i cantanti a un evento che giudicava in concorrenza con l’attività del teatro. Il Comitato suggerì allora di spostare la prima a Milano ma non riuscì a concretizzarla; Verdi riutilizzò il suo contributo – il Libera me – per la successiva Messa da Requiem in memoria di Alessandro Manzoni (1874). La partitura della Messa per Rossini, a lungo perduta, fu ritrovata dal musicologo David Rosen nel 1986 ed eseguita per la prima volta dalla Gächinger Kantorei diretta da Helmut Rilling nel 1988.

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