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M5s apre a candidature da società civile. Multa da 100mila euro per chi cambia casacca

Cambia il regolamento del M5s in vista delle prossime elezioni: secondo le prime indiscrezioni si potranno candidare anche persone della società civile non iscritte al Movimento. Previste multe da 100mila euro per chi viene eletto nel M5s e poi decide di cambiare casacca.
A cura di Stefano Rizzuti
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La legislatura che si è appena concluso con lo scioglimento delle Camere disposto ieri e l’indizione di nuove elezioni previste per il 4 marzo verrà ricordata anche come quella dei cambi di casacca. Tantissimi sono infatti stati i passaggi di alcuni parlamentari da un gruppo parlamentare a un altro. Sia per scissioni, divisioni e fusioni, sia per la volontà di alcuni deputati e senatori di abbandonare il gruppo nel quale sono stati eletti. Problema che ha riguardato da vicino anche e soprattutto il Movimento Cinque Stelle che ha visto molti parlamentari lasciare il suo gruppo per approdare nel misto e, in un secondo momento, anche in altri partiti o formazioni politiche.

Il Movimento ha quindi deciso di correre ai ripari: secondo quanto apprende l’Adnkronos, infatti, per la prossima legislatura sarà prevista una multa da 100mila euro contro i cambi di casacca per i futuri parlamentari. Una misura simile era stata sottoscritta anche dalla sindaca di Roma Virginia Raggi e dai consiglieri capitolini: il codice di comportamento sottoscritto prevedeva una multa da 150mila euro in caso di mancata adesione alle linee del Movimento per gli eletti.

Il nuovo codice di comportamento prevede quindi una multa da 100mila euro per chi decide di lasciare il gruppo del M5s dopo l’elezione: l’obiettivo è quello di evitare fughe verso altri partiti dopo i casi registrati in questa legislatura. Si va quindi incontro a una modifica del codice di comportamento ma anche dello statuto del M5s, oltre che delle norme che regolano le parlamentarie.

Le altre novità: via libera ai candidati civici

Una delle novità introdotte dai nuovi cambiamenti riguarderà le candidature nei collegi uninominali: secondo quanto apprende l’Ansa potranno proporre la propria candidatura anche persone della società civile non iscritte al Movimento. Requisito base sarà quello di essersi distinti sul territorio per la propria professionalità e competenze, con il requisito basilare che si siano già avvicinati al M5s.

La modifica, scrive ancora l’Ansa, viene incontro alle richieste arrivate da professionisti e imprenditori che con il vecchio regolamento non sarebbero potuti scendere in campo in prima persona. Inoltre, contro il pericolo di "imbarcare di tutto" – aggiunge l’Adnkronos – arriverà il filtro di qualità sulle candidature nel M5s. Questo filtro sarà rappresentato dal candidato alla presidenza del Consiglio Luigi di Maio, sentendo anche il garante Beppe Grillo.

Il Movimento si è dovuto dotare di un nuovo statuto per partecipare alle elezioni politiche del 2018 e per questo si sta pensando addirittura a una "nuova associazione per le elezioni politiche del 2018", secondo quanto riporta LaPresse. Nascerà, inoltre, una nuova associazione che si chiamerà Movimento 5 Stelle e avrà sede a Roma, secondo quanto anticipato dal Corriere.it. Verrà inoltre introdotta la figura del tesoriere.

Anche la figura del capo politico verrà disciplinata: durerà in carica per cinque anni e per un massimo di due mandati consecutivi, quindi dieci anni totali. Il leader, come detto, avrà potere di veto sulle candidature e potrà influenzare la scelta del capogruppo che, diversamente da quanto avviene ora, rimarrà in carica un anno e non tre mesi, secondo quanto riporta ancora il Corriere.

Se nei collegi uninominali si apre alle candidature civiche, per i plurinominali gli iscritti potranno esprimere tre preferenze nel proprio collegio di residenza. Sarà possibile presentare le candidature fino al 2 gennaio: da quel momento inizierà il controllo dei curriculum e si procederà al voto per le Parlamentarie entro metà gennaio. Rimane, invece, la regola del tetto dei due mandati insieme a quella di non potersi far appellare onorevole.

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