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Elezioni politiche 2018

È ufficiale, si vota il 4 marzo: l’annuncio del governo

Dopo lo scioglimento delle Camere, annunciato oggi pomeriggio, il premier Gentiloni ha indicato il 4 marzo come data delle elezioni.
A cura di Annalisa Cangemi
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Si vota, adesso una data ufficiale c'è. Il Consiglio dei Ministri ha indicato la data per le prossime elezioni, e sarà il 4 marzo, come era stato ipotizzato nelle scorse settimane. Gli italiani saranno chiamati alle urne tra poco più di 60 giorni. Durante la riunione, iniziata poco prima delle 19, e terminata alle 19 e 15, all'ordine del giorno c'era appunto la data per le consultazioni elettorali e l'approvazione della missione militare in Niger.

Oggi pomeriggio, come previsto dall'articolo 88 della Costituzione, il Presidente della Repubblica ha firmato il decreto di scioglimento del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati, che è stato controfirmato dal Presidente del Consiglio dei Ministri Gentiloni. Questo è stato l'ultimo atto di questa legislatura. Subito dopo, il Segretario Generale della Presidenza della Repubblica, Ugo Zampetti, si è recato dai Presidenti del Senato della Repubblica e della Camera dei Deputati per comunicare il provvedimento di scioglimento delle Camere. Mattarella aveva ricevuto al Palazzo del Quirinale, il Presidente del Senato della Repubblica, Pietro Grasso, e, successivamente, la Presidente della Camera dei Deputati, Laura Boldrini.

Il Governo ha quindi emanato i decreti elettorali, indicando la data del voto, Gentiloni è salito ancora una volta al Colle per far controfirmare i decreti al presidente della Repubblica. 

Durante la conferenza stampa di fine anno di questa mattina Gentiloni ha tracciato un bilancio: "Il nostro paese si è rimesso in moto dopo la più grave crisi del dopoguerra", e ha ricordato che anche se il Paese sarà in piena campagna elettorale, che ufficialmente si apre oggi, "il governo non tirerà i remi in barca". Il governo Gentiloni formalmente non si è dimesso: da qui al voto resta a Palazzo Chigi, pertanto i poteri non sono limitati all'ordinaria amministrazione. Ha poi toccato la questione delicata delle banche e dello ius soli, ribadendo che l'approvazione di questa legge è slittata, perché mancavano i numeri. 

Cosa succede adesso 

I simboli dei partiti andranno depositati al Viminale tra la mattina del 44esimo e le 16 del 42esimo giorno prima del voto. Le liste dei candidati tra il 35esimo e il 34esimo giorno prima del voto, quindi entro la fine di gennaio. Dal trentesimo giorno prima della data delle elezioni potranno svolgersi i comizi e le riunioni di propaganda elettorale. Mentre nei 15 giorni precedenti il voto è vietata la diffusione dei sondaggi. Entro 20 giorni dal voto, cioè entro il 23 marzo, si svolgerà la prima seduta delle Camere. Si eleggono in quella data gli uffici di presidenza provvisori, poi si procede all'elezione dei due presidenti.

L'esultanza delle opposizioni

Il presidente di Fratelli d'Italia, Giorgia Meloni, ha commentato l'annuncio su Facebook: "Finalmente cala il sipario sul quarto governicchio consecutivo degli inciuci di palazzo. Sono stati anni terribili per l'Italia, in balia di Nazioni straniere, lobbisti e potere bancario. Anni che ci hanno reso più poveri e più insicuri, nei quali la famiglia è stata sotto attacco e la nostra identità minacciata dall'immigrazione incontrollata. Ora la parola torna al popolo che saprà certamente come ripagare la sinistra per questi anni di disastri".  

Le fa eco Daniela Santanché, collega di partito: "Finalmente dopo un'attesa che sembrava interminabile il presidente Sergio Mattarella ha sciolto le Camere. Finalmente è stato restituito agli italiani il diritto di voto, finalmente potremo tornare alle urne e scegliere il governo che desideriamo per la guida dell'Italia. Sembra incredibile ma malgrado siamo al termine della legislatura, lo scioglimento non era scontato. Fino a poche ore fa c'era chi voleva convincere il Capo dello Stato a prolungare ancora un po' la legislatura: con la scusa dello Ius soli, quelli di sinistra volevano conservare spudoratamente le loro poltrone rimandando alle calende greche le elezioni. Per fortuna non è andata così. La democrazia ha vinto". 

Soddisfatto anche Roberto Calderoli, Vice Presidente del Senato: "Alleluja!!! Finalmente la parola il 4 marzo torna al popolo, che potrà tornare ad esprimersi dopo quattro governi mai votati da nessuno. Prepariamoci, perché tra poco ci tocca tornare al Governo e tocca a noi rimettere le cose a posto". 

La missione in Niger

Nel comunicato divulgato dopo il Consiglio dei Ministri, si apprende che l'Italia andrà avanti con le missioni internazionali: "La deliberazione è stata adottata previa comunicazione al Presidente della Repubblica, considerata la necessità di adempiere alle obbligazioni e agli impegni internazionali assunti dall'Italia". Il premier ha spiegato che la missione in Niger è stata "richiesta dal governo locale a inizio dicembre" per "consolidare gli assetti del territorio e delle frontiere e rafforzare le forze di polizia locali". E ha ricordato che la decisione, presa quando era ministro degli Esteri, di aprire un'ambasciata in Niger non è stata presa a caso. Per Gentiloni l'operazione è "una cosa sacrosanta per l'interesse italiano", proprio perché si tratta di uno dei maggiori luoghi di transito per i migranti che via Libia tentano poi di attraversare il Mediterraneo.

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