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Luigi Di Maio: “Regionali non contano, M5s deve cambiare. Sì a liste civiche e via doppio mandato”

Il vicepresidente del Consiglio e ministro del Lavoro e dello Sviluppo Economico Luigi Di Maio, con un conferenza stampa alla Camera, prova a spegnere le polemiche e minimizza l’impatto del voto delle Regionali in Abruzzo e Sardegna sulla stabilità del Governo e sul consenso verso il Movimento 5 Stelle.
A cura di Redazione
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Le amministrative e le regionali non possono essere equiparate alle elezioni politiche, il governo gode di ottima salute, l’alleanza con la Lega di Matteo Salvini è salda, ma l’organizzazione del Movimento 5 Stelle deve cambiare. È questo, in estrema sintesi, il senso della lunga conferenza stampa che Luigi Di Maio ha tenuto alla Camera dei deputati per commentare l’esito delle Elezioni Regionali in Sardegna. Dopo aver spiegato di non considerare corrette le letture che parlano di “crollo” del Movimento 5 Stelle (“è l’ennesima volta che ci danno per finiti”), il vicepresidente del Consiglio ha ribadito che non ci saranno ripercussioni dell’esito del voto sulla stabilità dell’alleanza con la Lega di Matteo Salvini e sulla tenuta del governo guidato da Giuseppe Conte (“Siamo solo all’inizio, andremo avanti per altri 4 anni e continueremo con le riforme e il piano di investimenti”).

Poi però è sceso nel dettaglio nell’analisi del voto, anticipando l’apertura di una fase di riflessione interna al Movimento, che riguarderà anche gli iscritti. Per Di Maio, alle amministrative e alle Regionali, i Cinque Stelle perdono voti anche perché si presentano “con il metodo base”, ovvero senza fare alcuna alleanza con le liste civiche e scegliendo i candidati con la modalità tradizionale. È necessario, ha aggiunto, che il M5s cambi sul piano dell’organizzazione e della struttura. In primo luogo, la fase di riflessione che si avvarrà anche del contributo degli iscritti, prevede che si cominci a ragionare sulla possibilità di strutturare il M5s a livello regionale, con una organizzazione simile dunque a quella che hanno gli altri partiti.

Il Movimento dovrebbe anche cominciare ad aprire alle liste civiche, considerando che sui territori tali liste possono spesso raccogliere un numero molto alto di consensi, come avvenuto proprio in Sardegna. Di Maio però si è spinto anche oltre, anticipando che una delle proposte sarà quella di far cadere il vincolo del doppio mandato per gli eletti, a cominciare da quello per i consiglieri comunali (poi ha aperto anche alla possibilità di andare oltre il doppio mandato per i Sindaci).

Quanto al suo ruolo di capo politico, ha poi aggiunto di non considerare incompatibile la sua funzione di capo politico con gli incarichi di ministro e vicepresidente del Consiglio, ribadendo che "del ruolo di capo politico si discuterà fra 4 anni", perché "la carica dura 5 anni" e rispedendo al mittente le critiche di alcuni parlamentari del M5s.

Fantinati (M5s): "Sistema favorisce ammucchiate, Di Maio ha ragione"

Arriva anche il commento del sottosegretario Mattia Fantinati, che rafforza la linea di Di Maio: "È purtroppo difficile vincere, quando il sistema elettorale favorisce le ammucchiate di tutti, impresentabili inclusi, contro di noi. Per questo, sono d'accordo con Di Maio sulla proposta di una riforma organizzativa per il MoVimento. Il M5s di governo non può essere lo stesso di quando si era opposizione e, soprattutto, per andare meglio a livello locale, occorre cambiare, senza perdere la nostra identità. La democrazia diretta digitale ci garantisce rispetto al rischio che si creino oligarchie e correnti, com'è nei vecchi partiti".

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