La situazione del 16 gennaio sulla crisi di Governo

Questa crisi politica "mi sembra distante dalla vita delle persone". Lo ha detto il ministro Roberto Speranza nel corso del programma Stasera Italia weekend, su Rete4. E anche il dibattito "mi sembra molto distante dalla vita reale delle persone, che chiedono invece un governo solido e molto forte, capace di rispondere alle questioni in campo". Per Speranza c'è comunque il Parlamento, "siamo una grande democrazia e sulla base di quel voto il presidente Mattarella potrà fare le sue valutazioni". In merito a una riapertura ai renziani, Speranza afferma che la rottura non è stata provocata dalle altre forze politiche né da Conte, "è una crisi sostanzialmente aperta e questa responsabilità è tutta in capo a una forza politica. Abbiamo bisogno di dare al Paese un messaggio di capacità e serve un dibattito parlamentare, non basta una conferenza stampa". "Aspetto di vedere il voto del Parlamento – ha aggiunto Speranza – e penso che questo governo abbia dimostrato di saper fronteggiare crisi importanti, penso che questo sia quello che debba continuare a guidare il Paese".

A quanto si apprende da fonti M5S nel corso della riunione di Vito Crimi e Alfonso Bonafede con i direttivi di Camera e Senato "è stata ribadita da tutti l'assoluta compattezza del Movimento attorno al presidente Conte". Una posizione che "non è in discussione", così come resta confermata "l'impossibilità di qualunque riavvicinamento con Renzi, che ha voluto lo strappo nonostante i nostri parlamentari avessero lavorato bene su tanti progetti" con deputati e senatori di Iv. Si spiega che è emersa netta la volontà di "non voltarsi più indietro: il Movimento continua a lavorare pensando solo al bene del Paese".

"Le elezioni sono l'ultima ipotesi possibile, se non ci sono altre soluzioni. Prima vediamo che cosa succede martedì'". Lo dice il vice presidente di Forza Italia Antonio Tajani, che frena sull'ipotesi delle urne caldeggiata da Salvini e Meloni. "Prima deve essere sciolto il nodo governo", ha detto uscendo da via Bellerio dove si è tenuta la riunione di centrodestra. Dal vertice emerge che "Il centrodestra è coeso, ha partecipato" in video collegamento "anche l'Udc. Un chiaro segnale che è parte integrante del centrodestra anche in questa fase".

"Siamo preoccupati per il Paese perché aprire una crisi al buio, come ha fatto Matteo Renzi con il suo partito, è incomprensibile per gli italiani e per tutti". Debora Serracchiani, deputata del Partito Democratico – già presidente del Friuli Venezia Giulia ed eurodeputata – commenta la decisione di Italia Viva di uscire dalla maggioranza. "Quindi, nell'interesse del Paese, cerchiamo una maggioranza politica che raggiunga gli obiettivi che ci siamo dati in Europa". Ora "ci serve un
patto di legislatura e una maggioranza politica che si impegni ad utilizzare al meglio i fondi del Recovery – spiega Serracchiani – e a mantenere quella credibilità che abbiamo conquistato in Europa".

Giorgia Meloni attacca Luigi Di Maio, lo fa su Twitter, postando un video di alcuni anni fa in cui il ministro degli Esteri definiva voltagabbana chi cambiava indirizzo politico dopo essere stato eletto, parlando di un mercato delle vacche. "Li chiamavano voltagabbana e ora sono diventati responsabili o costruttori – scrive Meloni – Sul serio pensano che gli italiani si possano prendere in giro così?".

Pierluigi Bersani, intervistato da Skytg24, torna sul tema della crisi di Governo: "Sono giorni complicati, e anche un po' tristi, ma l'importante è vedere se troviamo rapidamente un modo per fare le cose che dobbiamo fare, mentre la crisi ne comporta un rallentamento". Il problema è che "c'è chi prima vota la proroga dell'emergenza e poi vuole mettere il governo in sospensione", spiega riferendosi a Italia Viva e Matteo Renzi. È "inconcepibile, una roba da stare fuori come un balcone". Sulle ipotesi dell'ingresso dell'Udc in maggioranza, poi smentito, Bersani risponde: "Mi chiedete che c'entra l'Udc e io dico che c'entra Renzi? Iv non si è presentata agli elettori, ma Iv è di sinistra?". In politica "bisogna accettare alcuni compromessi, purché in cambio ci sia stabilità". Ma Italia viva "non la garantisce, da qui a 15 giorni siamo da capo". E poi chiede: "Ancora non abbiamo capito com'è? Chiediamo di fare brevi lezioni di renzismo, in politica il narcisismo è un bel difetto".

Ignazio La Russa, senatore di Fratelli d'Italia, indica la strada che il suo partito vorrebbe seguire: le elezioni prima possibile."C'è suspense per quello che succederà lunedì e soprattutto martedì al Senato, ma non per la posizione di Fratelli d'Italia che resta molto chiara e univoca: noi riteniamo che la via maestra sia di dare la voce agli elettori, far decidere agli italiani, e qualunque decisione gli italiani scegliessero sarà sempre meglio di questo Governo incapace di gestire la pandemia, incapace di dare un senso alla sua presenza litigiosa".

Dopo l'apertura della senatrice Binetti di ieri, l'Udc ha chiarito la sua posizione in merito alla caccia ai responsabili: "Non si può gettare il Paese nella palude e nel caos! Gli italiani sono stanchi e stremati – scrive in una nota l'ufficio stampa nazionale dell'Unione di centro – Non ci prestiamo a giochi di palazzo e stiamo nel Centrodestra, continueremo a lavorare in questo frangente drammatico per il bene del Paese, ma i nostri valori non sono in vendita".

Carlo Cottarelli, presidente dell'Osservatorio sui Conti Pubblici , ha spiegato di non aver ricevuto nessuna chiamata per proporgli incarichi al Governo: "Il mio telefono è silenziosissimo", ha commentato. Ma sulla sua disponibilità a coordinare i lavori per il Recovery plan ha spiegato: "Quando a un italiano viene chiesto di fare qualcosa per il proprio Paese è un onore farlo, c'è poi da vedere che cosa viene chiesto di andare a fare".

Giorgio Mulé, deputato e portavoce dei gruppi parlamentari di Forza Italia, attacca il Partito Democratico: "Come le targhe alterne, i dirigenti del Pd si alternano e avventurano nell'analisi del sangue di Forza Italia. Un giorno lo fa Goffredo Bettini, oggi tocca ad Andrea Orlando". Secondo Mulé "l'obiettivo è lo stesso: provare a blandire nostri parlamentari nella disperata corsa a trovare ‘costruttori' di maggioranze sgangherate". Ma "agli interessati analisti del Pd ripetiamo un concetto facile facile: Forza Italia non ha nulla in comune con le sinistre, abbiamo valori e progetti diversi e non sosterremo mai un governo delle sinistre marchiato dal giustizialismo e l'incompetenza dei 5 Stelle".

Luigi Di Maio rivendica su Facebook gli ultimi provvedimenti adottati dal Governo: "Approvato lo scostamento di bilancio da presentare al Parlamento, aumentando le somme che saranno 32 miliardi di euro, e spostato l’invio delle cartelle esattoriali a fine mese, così potremo anche intervenire con nuove misure sul fisco in modo da aiutare commercianti, autonomi e imprenditori in difficoltà". Il ministro degli Esteri sottolinea che "la priorità non può essere un dibattito sulla crisi di governo, la priorità sono gli italiani". E poi lancia una frecciatina a Renzi e Italia Viva: "Noi, come vedete, abbiamo scelto la via della responsabilità e della concretezza".

Clemente Mastella risponde subito alle accuse di Carlo Calenda, che aveva detto di aver ricevuto da lui la proposta del sostegno del Pd nella corsa a sindaco di Roma in cambio del suo appoggio a Conte: "Sei una persona di uno squallore umano incredibile", attacca Mastella. "Ti ho telefonato per chiederti cosa facevi e mi hai detto che eri contro Renzi. Allora sei per il Pd? No, mi hai risposto: ‘Il Pd mi dovrà scegliere per forza come candidato sindaco’. Poi hai aggiunto: ‘Ne parlo'. Quanto a me, non ho alcuna titolarità per parlare a nome del Pd. Sei rimasto quello che conoscevo all’epoca del Cis di Nola, che era il referente per le segnalazioni. Ruolo modesto, perché sei moralmente modesto".

Carlo Calenda attacca Clemente Mastella, colpevole di averlo chiamato per offrirgli l'appoggio del Partito Democratico nella corsa al Campidoglio contro Virginia Raggi. Il prezzo? Sostenere il Governo Conte bis in Parlamento con il suo gruppo. A raccontare la storia è lo stesso Calenda su Twitter, che ha definito la proposta "un insulto personale".

Matteo Renzi torna a parlare e sfida ancora Giuseppe Conte: "Senza di noi non ha i numeri al Senato". Il leader di Italia Viva non teme una fuoriuscita dei suoi verso il ruolo di "responsabili", perché "voteranno tutti allo stesso modo". Renzi, ancora una volta, non chiude al dialogo con il presidente del Consiglio, ma rilancia: "Lui ha detto mai più, noi ci siamo".

Andrea Cangini, senatore eletto con Forza Italia, chiude a qualsiasi tipo di voce sul suo conto nei giorni in cui si cercano voti per permettere al Governo di proseguire senza Italia Viva. "Non credevo necessario precisarlo, ma forse sbagliavo – scrive il senatore su Twitter – Continuo a ricevere telefonati di amici e conoscenti cui è stato riferito che sono stato annoverato tra i responsabili pronti a sostenere Conte". La notizia "è falsa", chiude Cangini, "e anche offensiva".

Se Matteo Renzi potesse tornare indietro nel tempo non commetterebbe alcuni errori, dice. Nel pieno della crisi di Governo, il leader di Italia Viva commenta: "Col senno di poi abbiamo fatto molti errori, non avremmo dovuto fidarci di chi ci ha chiesto di non sfiduciare Bonafede, questo l’errore più grande". Sulla situazione attuale sottolinea: "Ero sicuro che si provasse a risolvere con la politica, non con gli hastag". Ora "vedremo se c’è ancora tempo".

Gli italiani non hanno capito la mossa di Matteo Renzi, l'apertura di una crisi di Governo, e se l'hanno capita la imputano ad un suo interesse personale o di partito. Così Italia Viva crolla ancora di più nei sondaggi, arrivando al 2,4%. Da parte dei cittadini c'è ancora fiducia in Conte e nel Governo, ma non è a tempo indeterminato: il dato continua a calare e sta tornando verso i livelli pre-pandemia di Covid-19.

Enzo Amendola, ministro per gli Affari Europei in quota Partito Democratico, riporta su Twitter un passaggio della sua intervista al Messaggero: "La mediazione in politica è sempre possibile, finché una delle parti non si sottrae o non fugge". E Italia Viva "purtroppo ha deciso di alzarsi dal tavolo".

Anche gli esperti che abbiamo imparato a conoscere durante l'emergenza Covid iniziano a commentare la crisi di Governo, tra loro Agostino Miozzo, membro del Comitato tecnico scientifico, che ha espresso grande preoccupazione: "In questi mesi abbiamo usato una metafora militare: siamo in battaglia, ma in guerra il comandante in capo non accetterebbe mai di vedere uno dei suoi generali con posizioni differenti da quella che è la strategia decisa, sono molto preoccupato di fronte all'incertezza politica di questo momento", ha detto Miozzo al Gr1, parlando a titolo personale.

Il vicesegretario del Partito Democratico, Andrea Orlando, intervistato da Repubblica, parla di quello che succederà dopo che Conte avrà trovato i numeri in Senato per la fiducia: "È evidente che si può evitare la crisi avendo un numero in più, ma non pensare di governare". Perciò, secondo Orlando "il tema che si porrà un minuto dopo la fiducia, se ci sarà, è consolidare la maggioranza, siglare un nuovo patto di legislatura e lavorare alla ricostruzione di un campo con le forze che hanno dato segnali ma che non si sono ancora sentite di fare questo passo, pur volendo prendere le distanze dalla destra sovranista".

La conta in Aula sarà decisiva per il Governo Conte bis. Tra lunedì e martedì il presidente del Consiglio chiederà la fiducia a Camera e Senato, e proprio a Palazzo Madama servono almeno 11 parlamentari per rimpiazzare quelli di Italia Viva. La caccia ai responsabili, o costruttori, prosegue, mentre nasce il gruppo Maie-Italia23 al Senato, per accogliere i parlamentari che vogliono sostenere Conte. Renzi attacca il Pd e accusa: "Su Conte la pensavate come noi", e annuncia che i senatori e deputati di Italia Viva non voteranno la fiducia al Governo. Ma proprio tra loro, secondo Di Maio "ci sono dei costruttori". Dal partito di Matteo Renzi arrivano messaggi di apertura, sia da Bellanova che da Bonetti, ma anche dal capogruppo al Senato Faraone. Le opposizioni intanto, soprattutto Salvini e Meloni, continuano a chiedere a Conte di dimettersi e tornare al voto.