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Legittima difesa

Legittima difesa, Bongiorno: “Giusto sparare, chi entra in casa per rubare ne accetta le conseguenze”

Il ministro della Pubblica Amministrazione, Giulia Bongiorno, riapre il dibattito sulla legittima difesa: “Chi sta dentro casa, se sente dei rumori e qualcuno che si muove dentro casa, non può fare indagini, può difendersi. Nell’incertezza si può difendere. Quello che dico è che chiunque entri in casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze”.
A cura di Charlotte Matteini
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La legittima difesa è giusta e chiunque entri in una casa per rubare deve accettare le conseguenze del suo gesto. È quanto sostiene il ministro della Pubblica Amministrazione e avvocato penalista Giulia Bongiorno in un'intervista concessa al programma televisivo Agorà, in onda su Rai3. "Chi sta dentro casa, se sente dei rumori e qualcuno che si muove dentro casa, non può fare indagini, può difendersi. Nell’incertezza si può difendere. Quello che dico è che chiunque entri in casa altrui per rubare o per uccidere ne accetta le conseguenze”, ha spiegato il ministro in quota Lega.

"Quando parliamo di legittima difesa dobbiamo entrare in un’ottica. Lei si immagini uno che vive da solo e sente dei passi ha la freddezza per fare un’indagine notturna e capire se chi cammina lo fa per rubare un oggettino o per uccidere?”, ha sottolineato il ministro. Quella della legittima difesa è una delle battaglie storiche della Lega di Matteo Salvini, da sempre definita una priorità dal vicepremier. Lo scorso giugno, la Lega ha presentato delle proposte di legge che mirano a introdurre il principio di presunzione di legittima difesa: "Mutuando la legislazione francese, noi introduciamo la presunzione di legittima difesa. Significa che se uno entra in casa tua armato o comunque contro la tua volontà, qualunque reazione è considerata legittima".

L'associazione nazionale dei magistrati è contraria alla riforma voluta dalla Lega e pochi giorni fa ha sostenuto che di questo disegno di legge "non avevamo bisogno e che può essere molto rischioso. La legge regolamenta già in maniera adeguata tutte le ipotesi di legittima difesa, mentre il ddl rischierebbe addirittura di legittimare reati gravissimi, fino all’omicidio. Non si può prescindere dal principio della proporzionalità fra offesa e difesa e dalla valutazione, caso per caso, del giudice: se un soggetto minaccia di schiaffeggiarmi o di sottrarmi un bene, io non posso reagire sparandogli; se, da fuori casa, vedo un tizio che si arrampica sul mio balcone, non posso essere autorizzato a sparargli”. 

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