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L’infermiera dei finti vaccini chiederà i danni all’Usl: “Gogna mediatica”

La donna teme per la sua incolumità dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica: “Data in pasto ai media anche se non indagata”
A cura di Antonio Palma
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Dopo essere stata pesantemente accusata dalla dirigenza dell'Usl di Treviso ed essere finita su tutti i giornali italiani, l'infermiera di 31 anni imputata per aver finto di vaccinare 500 bambini gettando invece le fiale nella spazzatura ora parte al contrattacco annunciando che trascinerà in tribune la stessa Azienda sanitaria veneta. Lo ha comunicato il suo legale, l'avvocato Paolo Salandin di Montebelluna, spiegando di aver avuto già il mandato da Emanuela Petrillo per presentare una richiesta di risarcimento danni all'Usl di Treviso.

In particolare la donna accusa l'azienda sanitaria di averla data in pasto ai media senza alcun provvediamo giudiziario di nessun tipo. "L'infermiera ora teme per la sua incolumità dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica senza che vi sia stata una sentenza o un rinvio a giudizio per i fatti che le vengono attribuiti" ha spiegato infatti l'avvocato. Già dopo la notizia, la donna in conferenza stampa aveva rigettato ogni accusa assicurando di aver vaccinato regolarmente i piccoli

"La direzione generale dell'Asl ha condannato prematuramente la mia cliente, annunciando pubblicamente una vicenda che era già stata in precedenza archiviata dalla stessa Procura della Repubblica. Ora è stata avviata una procedura disciplinare a suo carico, sospesa in attesa delle determinazioni del tribunale. Mi sembra un comportamento a dir poco imprudente, ed un atteggiamento colpevolista a priori" ha sostenuto il legale assicurando che l'infermiera "è disponibile ad essere sentita fin da subito dal magistrato, anche se allo stato dei fatti non è stata aperta un'inchiesta da parte della procura, e quindi non è indagata: potrebbe essere sentita però come persona informata sui fatti anche se fino  ad ora non abbiamo ricevuto nessuna richiesta da parte della procura".

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