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Opinioni

In fila per donare il sangue: questa Puglia è l’orgoglio d’Italia

In centinaia al Policlinico di Bari per fare l’atto di gentilezza più giusto: donare il proprio sangue dopo l’incidente ferroviario sulla linea Andria-Corato.
A cura di Saverio Tommasi
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Fila per donare il sangue a Bari
Fila per donare il sangue a Bari

Ci sono cose brutte che spingono a fare cose belle, come donare il sangue dopo un incidente di altri.
La cosa brutta di oggi, che schiuma rabbia, merda e sudore, è lo scontro fra i due treni nella campagna di Bari. Ventitre morti (per ora) e trenta feriti, di cui alcuni gravissimi. Rabbia perché mi sento impotente, perché il treno lo prendo sempre. Merda perché dalla paura in quelle situazioni ci si caca sotto, letteralmente e umanamente.

Ma poi in questo pomeriggio di merda e rabbia, l'impotenza assume il colore della potenza. E le persone corrono a donare il sangue, che è una cosa bella, e ancora più che bella, è una cosa giusta.
Tante persone, in questi secondi che leggete, stanno affollando il Policlinico di Bari, il centro trasfusionale di Molfetta, e tanti altri luoghi che così tanta gente insieme, tutta sana, non l'avevano mai vista. E le file sono ordinate, dicono, nel casino generale.

La cosa bella del sangue è che anche se lo analizzi con un microscopio da un miliardo, in un laboratorio costato dieci miliardi, non puoi sapere chi l'ha donato.
Non puoi sapere se l'ha donato uno nero o uno bianco, uno bello o uno brutto, uno che tifa Fiorentina e aspira le "c" come fossero delle "h" oppure uno sfegatato tifoso del Napoli che dice "hué" e allunga la "é".
Il sangue è uguale nelle donne e negli uomini, il sangue non ha genere. Il sangue serve a tutti, e quasi tutti lo possono donare.
Dicono che i vampiri, senza sangue, muoiano. La verità è che i vampiri non esistono, e senza sangue, invece, muoiono le casalinghe sui treni, in trasferta dai figli che hanno fatto casa nuova e le hanno invitate a mangiare le tagliatelle come gliele faceva la mamma, però da piccoli.
E muoiono i figli abbracciati alle mamme. Muoiono gli studenti. E muoiono quelli che andavano in vacanza di martedì, chissà perché di martedì, forse perché è un giorno bellissimo per andare in vacanza, se non accadono incidenti ferroviari.
Il sangue può donarlo uno di sinistra oppure uno di destra. E' comunque improbabile che il sangue lo doni un razzista, ma questo è un altro discorso e neanche questo è sempre vero.
Il sangue è una livella, non l'ha detto Totò ma quasi.

Il sangue è anonimo, non vuole il nome stampato ed è uguale per tutti. Il sangue, se lo conservi bene, dura il tempo giusto.
Il sangue se te lo tolgono si rigenera, basta aspettare un mese.
Il sangue è rosso e vivo, ma se lo vedi in terra, oppure fra le lamiere dopo una collisione ferroviaria, è marrone, quasi nero. Il sangue rosso, a terra, è solo nei film. Nella realtà al sangue girano i coglioni quando viene sparso e le persone stanno male. Il sangue gode solo se viene donato.

Pertini diceva: "Il miglior modo per onorare i morti, è pensare ai vivi". Ai vivi che magari sono feriti e hanno bisogno di sangue.

Io sono donatore abituale. Andate anche voi, oggi o domani. Perché esprimere un'opinione è democrazia, ma fare un gesto gentile può davvero cambiare il mondo.

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Sono giornalista e video reporter. Realizzo reportage e documentari in forma breve, in Italia e all'estero. Scrivo libri, quando capita. Il più recente è "Siate ribelli. Praticate gentilezza". Ho sposato Fanpage.it, ed è un matrimonio felice. Racconto storie di umanità varia, mi piace incrociare le fragilità umane, senza pietismo e ribaltando il tavolo degli stereotipi. Per farlo uso le parole e le immagini. Mi nutro di video e respiro. Tutti i miei video li trovate sul canale Youmedia personale.
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