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“Il suo barbecue faceva fumo”. Confessa l’assassino di Cosimo D’Aleo, ucciso a Palermo

Piero Billitteri, 60 anni, ha confessato l’omicidio di Cosimo D’Aleo, suo vicino di casa. Il movente? “Faceva il barbecue e impuzzava il mio terrazzo”.
A cura di Davide Falcioni
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"Faceva il barbecue e impuzzava il mio terrazzo". E' questo il movente che nella tarda serata di ieri ha spinto Piero Billitteri, 60enne palermitano, a uccidere il vicino di casa di 43 anni Cosimo D'Aleo. L'assassino viveva al primo piano di un edificio di via Sferracavallo, la vittima invece al pianterreno. “Subivo continue angherie da quell'uomo”, ha tentato di giustificarsi Billitteri. Tra i due vicini di casa i rapporti erano tesi da tempo, tra continue liti sempre per ragioni banali: ieri sera per l'odore del barbecue, altre volte per il bucato steso, un'auto parcheggiata male, il volume della televisione troppo alto. Pochi giorni fa l'ultima lite, con tanto di minacce di morte, per una radio accesa a un volume giudicati eccessivo. Ragioni insignificanti, che però giorno dopo giorno hanno finito per esasperare gli animi.

L'ultima violenta discussione nella serata di ieri, intorno all'ora di cena. Cosimo D'Aleo aveva acceso un barbecue per preparare la cena ma, a giudizio di Billitteri, faceva troppo fumo. Tra i due è iniziata l'ennesima lite, con insulti e parole grosse, fin quando l'inquilino del primo piano non ha letteralmente perso la testa: è entrato in casa, ha preso una pistola che deteneva regolarmente, ed è sceso al pianterreno dove ha ucciso il "rivale" davanti ai familiari, increduli per quello che stava accadendo.. Il killer è rimasto impassibile: dopo essere risalito in casa per una manciata di minuti è ridisceso, passando davanti al corpo della vittima poi fuggendo a bordo della sua Ford Fiesta una manciata di minuti prima dell'arrivo della polizia, che ha fatto scattare una caccia all'uomo in tutta Palermo. L’auto di Billitteri è stata ritrovata intorno alla mezzanotte in una strada del quartiere della Marinella. L'assassino è stato ammanettato poco dopo con l'accusa di omicidio.

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