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Eutanasia, l’appello del padre di Elisa, in coma da anni: “Un giudice liberi mia figlia”

Dopo la morte di Loris Bertocco, il veneziano che ha scelto il suicidio assistito il Svizzera, parla anche Giuseppe, padre di una donna da 12 anni in stato vegetativo.
A cura di Susanna Picone
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Elisa è una donna che da anni, in seguito a un grave incidente stradale, vive in uno stato vegetativo in un letto di un istituto di ricovero per lungodegenti di Mestre. A prendersi cura di lei in tutti questi anni c’è stato suo padre Giuseppe che ora, anche sulla scia della morte di Loris Bertocco, ha deciso di rivolgersi a un giudice per avere la possibilità di “ottenere un modo alternativo per un accompagnamento” di sua figlia a un fine vita dignitoso. Il tema dell’eutanasia è tornato attuale in questi ultimi giorni proprio per il caso di Bertocco, il veneziano che ha scelto di ottenere il suicidio assistito in Svizzera, così il padre di Elisa ha raccontato la sua storia. “Chi sceglie di andare in Svizzera per l'eutanasia – le parole di Giuseppe, che paragona il caso della figlia Elisa a quello di Eluana Englaro, riportate da La Nuova Venezia – ha una sufficiente capacità di comprendere che la sua personale situazione è insostenibile. Il caso di mia figlia, invece, è diversissimo. Elisa non ha alcuna possibilità di miglioramento e in assenza di una legge dovrò andare a chiedere aiuto ad un giudice”. “Altri che hanno vicende simili la pensano diversamente. Sono scelte”, ha spiegato ancora l’uomo, che in questi mesi ha ottenuto l'assistenza dell'associazione Coscioni.

“Siamo in balia della politica che non decide” – Giuseppe ha spiegato che Elisa oggi ha quarantasei anni e da dodici respira con una cannula, alimentata da un sondino in un letto di un istituto di Mestre. Quando aveva trentacinque anni rimase gravemente ferita in un incidente stradale insieme al fidanzato. L’uomo ha detto che ora è anche difficile organizzare due esami a cui la figlia deve sottoporsi dopo la visita di un neurologo, l’elettroencefalogramma e la risonanza magnetica. “Per una polmonite è stata trasferita al Policlinico San Marco e le sono stati somministrati farmaci, quindi non è solo alimentata e idratata. Serve sicuramente la nuova legge che però è bloccata al Senato”, ha detto quindi Giuseppe che però si chiede: “A pochi mesi dalle elezioni politiche a chi interessa questa legge? Siamo in balìa della politica che non decide e anche di una Chiesa troppo rigida su questi temi”.

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