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Usa, un altro uomo muore come George Floyd. Nel video della polizia urla: “Non riesco a respirare”

Il caso in California due mesi prima di quello di George Floyd. Nel video si vede che l’uomo continua a chiedere agli agenti di lasciarlo respirare per almeno 12 volte in trenta secondi.
A cura di Susanna Picone
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Un caso drammaticamente simile a quello ormai noto di George Floyd, ma registrato due mesi prima. È quello che vede protagonista un uomo di 38 anni, Edward Bronstein il suo nome, morto dopo essere stato fermato dagli agenti di polizia. Il video registrato da uno degli agenti e diffuso in queste ore dopo decisione del giudice è tristemente simile a quello di Floyd. Bronstein, a quanto è emerso, era stato fermato per un controllo stradale in California. Nel filmato di 18 minuti si vedono gli agenti stendere a terra l'uomo ammanettato e premere con le ginocchia sulla sua schiena per fare un prelievo di sangue. Lui grida che è pronto a farlo volontariamente. "I cant’ breathe”, ripete nel frattempo, “non riesco a respirare”,“lasciatemi respirare”. Urla per almeno 12 volte quelle parole in 30 secondi. Fino a quando perde conoscenza per 3 minuti e alla fine muore.

I poliziotti aveva continuato a prendergli il sangue anche quando aveva già perso conoscenza. Quando poi gli agenti si accorgono che non c'è più battito, che non sembra respirare e solo dopo oltre 11 minuti dagli ultimi gemiti del trentottenne tentano, ormai inutilmente, il massaggio cardiaco. Secondo quanto riportano i media americani, la famiglia della vittima ha fatto causa ai poliziotti per uso eccessivo della forza e violazione dei diritti civili e ha contestato anche l’autopsia effettuata sull’uomo, secondo cui Bronstein sarebbe morto per "intossicazione acuta di metanfetamine durante l’arresto".

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La morte di Floyd in Minnesota risale a due mesi dopo questo caso in California: il 25 maggio 2020 il 46enne afroamericano morì durante un arresto da parte della polizia a Minneapolis. Floyd venne immobilizzato dall’agente Derek Chauvin per oltre 9 minuti con un ginocchio sul collo. Il video del fermo fece il giro del mondo scatenando ondate di manifestazioni del movimento Black Lives Matter contro gli abusi e il razzismo delle forze dell’ordine. L’ormai ex poliziotto è stato dichiarato colpevole.

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