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Siria, continua la repressione del regime: la polizia spara sui manifestanti, 17 i morti

Continuano le proteste in tutta la Siria contro il regime di Bachar el Asad che, da parte sua, continua a reprime nel sangue ogni manifestazione. Oggi la polizia ha sparato contro la folla a Deraa provocando la morte di almeno 17 persone.
A cura di Cristian Basile
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La repressione in Siria del regime di Bachar el Asad non si placa davanti alla crescente protesta popolare. Le forze di sicurezza del Paese hanno usato munizioni reali per disperdere i migliaia di manifestanti che si sono riuniti oggi nella città di Deraa, nel sud della Siria, epicentro delle proteste contro il presidente Bachar el Asad, provocando la morte di almeno 17 persone e ferendone diverse decine.

La Tv di stato del Paese, invece, parla di due morti causati dagli spari di "vandali armati" che hanno aperto il fuoco contro i manifestanti e contro la polizia. Fonti mediche, però, dopo che vari testimoni hanno assicurato che le forze del regime avevano iniziato a sparare indiscriminatamente contro la popolazione, hanno confermato che i morti sono 17. A seguito della repressione i manifestanti antigovernativi hanno prima incendiato un ufficio del partito governante Baaz per poi scagliarsi contro una statua di Basil al Asad, fratello scomparso del presidente in carica.

Altre proteste sono in corso nella città di Homs e nella capitale, Damasco, dove sono state interrotte tutte le comunicazioni telefoniche. Manifestazioni si sono registrate anche nel nord della Siria, nelle zone a maggioranza curda di Hassake e Qamishli. Alcuni attivisti hanno riferito che migliaia di persone, curdi, arabi e cristiani, hanno manifestato nella città di Qamishli dopo la preghiera del venerdì gridando "no curdi, no arabi, il popolo siriano è uno solo". Evidentemente nè la decisione del presidente Bachar el Asad di formare un nuovo governo in Siria nè quella di offrire la nazionalità siriana ai curdi sono bastate.

"Il gesto della nazionalità solo ha contribuito ad aizzare la gente" ha dichiarato un rappresentante del partito curdo. "La causa curda è la democrazia, la libertà e l'identità culturale" ha aggiunto. El Asad ha promulgato ieri un decreto in virtù del quale si concede la nazionalità siriana alle persone iscritte nel registro degli straniere della regione di Hasaka, dove vive principalmente la minoraza curda del paese.

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