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Sasha, morto a 4 anni mentre scappava dalla guerra in Ucraina. La mamma: “È già in paradiso”

Il dolore della mamma del piccolo Sasha, comparso e poi trovato morto a 4 anni dopo aver tentato di fuggire dalla guerra in Ucraina insieme alla nonna: “Il nostro piccolo angelo è già in paradiso. Oggi la sua anima ha trovato pace”.
A cura di Ida Artiaco
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Immagine da Facebook.
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"Ringrazio tutti coloro che ci hanno creduto, che hanno aiutato nella ricerca, ringrazio tutti per le vostre preghiere e per la fede, vi ringrazio per il vostro sostegno. Sasha, il nostro piccolo angelo è già in paradiso. Oggi la sua anima ha trovato pace". Sono queste le parole con le quali Anna Yakhno ha comunicato al mondo la morte di suo figlio Sasha, il bimbo ucraino di 4 anni che era scomparso dallo scorso 10 marzo mentre con la nonna stava cercando di fuggire dalla guerra in Ucraina. Il corpo della donna, 60 anni, era stato ritrovato senza vita poco dopo, ma del piccolo Sasha se ne erano perse le tracce. Così i suoi genitori avevano lanciato un appello internazionale, arrivato anche in Italia, affinché venisse ritrovato. Fino al tragico epilogo dello scorso 5 aprile.

Tra coloro che hanno ricordato il piccolo Sasha sui social network anche i volontari che sono stati impegnati nella ricerca del suo corpo. "Cara Anna, trovare le parole giuste è molto difficile – ha scritto Thomas Alpha -. Abbiamo cercato Sasha in Polonia e Germania per giorni e abbiamo pregato ogni giorno che tu potessi rivedere presto tuo figlio. Siamo molto dispiaciuti, i nostri pensieri sono con te e Sashko". Dopo la scomparsa del bambino, la mamma non aveva perso la speranza di trovarlo vivo, ma più passavano i giorni più ha cominciato a rendersi conto che la situazione stava diventando complicata. Le erano stati anche comunicati possibili avvistamenti di Sasha con altri sfollati ucraini fuggiti in Romania.

Purtroppo, fino a quando le truppe russe non sono state respinte dall'area vicino al fiume Dnepr, è stato difficile perquisire l'area in cui Sasha era scomparso. Il piccolo, infatti, aveva attraversato il fiume su una barca che è stata colpita e affondata dai russi, dopo aver abbandonato con la nonna la sua casa in un paesino tra Kiev e Chernobyl per raggiungere proprio i genitori, dall'altro lato del corso d'acqua. Infine, ne è stato ritrovato il corpo senza vita.

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