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Papa in Bolivia, il Presidente gli regala un Crocifisso su falce e martello

Proveniente dall’Ecuador, Bergoglio è atterrato all’aeroporto di El Alto (4mila metri d’altitudine) per la nuova tappa del suo tour in Sud America. Lo ha accolto il presidente Evo Morales, omaggiandolo anche con una “chuspa”, un contenitore tradizionale con foglie di coca.
A cura di Biagio Chiariello
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Prosegue il viaggio di Papa Francesco in Sud America. Il pontefice è arrivato all'Episcopio di Santa Cruz, terza tappa della sua visita in Bolivia. Ad accoglierlo all’ aeroporto della città di El Alto, ad un’altitudine di circa 4 mila metri, c'erano il presidente Evo Morales, il sindaco della città Perci Fernandez e le più alte cariche del governo. Proprio il presidente boliviano ha omaggiato Bergoglio con due doni quantomeno singolari: una “chuspa”, un contenitore tradizionale utilizzato dai locali per trasportare foglie di coca, e un crocifisso che incorpora il simbolo comunista della falce e martello. Il Papa ha contraccambiato con una riproduzione dell'icona "Salus Populi Romani" e copie in spagnolo dell'Enciclica "Laudato sì" e dell'Esortazione Apostolica "Evangelii gaudium".

Le parole del Papa sulla Bolivia

La Bolivia è una "terra benedetta nelle sue genti, con la varietà culturale" e con “l'amalgama di 36 idiomi originari", ha detto Francesco dopo essere atterrato. "Accogliamo con le braccia e il cuore aperto il Papa dei poveri, che si identifica con San Francesco di Assisi", lo ha salutato Morales. "La Bolivia sta facendo passi importanti", ha aggiunto il Papa, esprimendo il proprio apprezzamento per l'impegno del governo a "includere ampi settori nella vita economica, sociale e politica del Paese", come prescrive "una Costituzione che riconosce i diritti degli individui, delle minoranze, dell'ambiente".

L'omaggio di Francesco a Luis Espinal

Il Santo Padre si è poi diretto verso La Paz in jeep scoperta (con sul capo un poncho bianco) e ha reso onore alla memoria di una delle vittime della famigerata Operazione Condor, il gesuita spagnolo Luis Espinal massacrato nel 1980 durante le battaglie in sostegno ai minatori. “Mi sono fermato per salutarvi e soprattutto per rendere omaggio a un fratello – ha detto il Papa – Per ricordare un nostro fratello, vittima degli interessi di chi non voleva che si lottasse per la libertà della Bolivia: predicava il Vangelo e questo Vangelo disturbava e per questo lo hanno assassinato", ha detto.

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