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Migranti, Emmanuel Macron e Angela Merkel all’Italia: “I richiedenti asilo devono stare dove vengono registrati”

Francia e Italia sono intenzionate “ad accogliere le posizioni italiane” per quanto riguarda la questione migratoria, ma stando alla dichiarazione congiunta diffusa ieri sera sembra che le proposte avanzate dal premier Giuseppe Conte non siano state granché prese in considerazione da Merkel e Macron.
A cura di Charlotte Matteini
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Mancano pochi giorni al summit europeo del 28-29 giugno dedicato alla questione migratoria, ma a quanto pare l'Italia potrebbe presentarsi al vertice in posizione di svantaggio. Secondo quanto si apprende, infatti, il presidente francese Emmanuel Macron e la cancelliera tedesca Angela Merkel non avrebbero intenzione di accogliere le proposte avanzate dal governo italiano, ovvero l'esternalizzazione della gestione delle frontiere europee. Secondo quanto si legge nella “Dichiarazione di Meseberg” firmata da Germania e Francia al termine della riunione interministeriale, tra gli obiettivi dei due paesi ci sono il rafforzamento di Frontex, la riforma del diritto di asilo e l’istituzione di un Fondo per l’eurozona ad hoc volto "a promuovere la competitività, la convergenza e la stabilità dell’eurozona a partire dal 2021 e che potrà concentrarsi in investimenti in innovazione e capitale umano e finanziare nuovi investimenti e sostituirsi alle spese nazionali”. 

"Accoglieremo le valutazioni dell’Italia sull’immigrazione, ma puntiamo a un’ambizioso rafforzamento sia degli uomini sia del mandato di Frontex e a un sistema comune del diritto di asilo. Azioni unilaterali e non coordinate rischiano di spaccare l’Europa, dividere i suoi popoli e mettere a rischio Schengen. Se alcuni Stati membri agiscono in modo unilaterale, ciò rischia di far aumentare l’immigrazione in tutta l’Europa”, hanno dichiarato congiuntamente Merkel e Macron. “L’immigrazione illegale deve essere ridotta e si deve consentire a quella legale di arrivare. Gli scafisti e trafficanti di uomini non possono decidere chi arriva in Europa”, hanno sottolineato i due leader europei.

In sostanza, Merkel e Macron sembrano intenzionati a rispedire al mittente le proposte del governo Conte e preferirebbero puntare a continuare ad accogliere le navi nei porti europei, approntando però una serie di riforme. Nel prossimo summit potrebbe essere avviata una discussione su un ulteriore progetto a livello europeo, quello che prevede la costruzione di centri di sbarco lungo le rotte dell'immigrazione gestiti dall'Organizzazione delle Nazioni Unite (dunque non dei veri e propri hotspot europei in territorio nordafricano).

A pochi giorni dal Consiglio Europeo, Donald Tusk avrebbe infatti nuovamente proposto il dirottamente delle navi verso alcuni Paesi africani, come la Tunisia, l'Egitto e forse anche la Libia. Quest'ultima proposta, però, non sarà facilmente attuabile perché riportare sulla terraferma i migranti salvati in acque internazionali potrebbe violare le norme internazionali sui respingimenti.

Il progetto che Tusk intende presentare ha il sostegno dell'Onu e in particolare dell'Alto commissariato per i rifugiati e prevede che i Paesi nordafricani concedano porti e spazi per costruire dei "centri di sbarco" a gestione Onu e Oim atti, da un lato, a verificare le condizioni per la concessione del diritto di asilo in Europa e dall'altro ad effettuare i rimpatri volontari assistiti nei paesi di origine per chi non ha i requisiti per ottenere l'asilo. La proposta non piace molto a molti rappresentanti europei, tra cui Macron e Merkel. "L’idea non è nemmeno mai stata discussa dai rappresentanti degli Stati Ue", ha dichiarato la cancelliera tedesca e quanto pare la Tunisia non sarebbe affatto disponibile a concedere gli spazi necessari alla creazione di questi centri di sbarco.

Un passaggio delle conclusioni della Dichiarazione di Meseberg in particolare sottolinea un punto molto importante: i movimenti dei richiedenti asilo già registrati in un Paese verso un altro Paese vanno evitati e dunque "quei migranti che vengono registrati in un Paese e vanno in un altro devono essere rimandati indietro al più presto”. Su questo particolare punto, Merkel, al contrario del suo ministro dell'Interno, punta a siglare intese bilaterali con i Paesi che li accolgono e li registrano per primi, dunque l’Italia e la Grecia.

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