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Maltempo in Perù, piogge e frane causano almeno 40 morti e 15 dispersi

Un’ondata di maltempo in Perù ha provocato almeno 40 morti e 15 feriti. Il bilancio del disastro di Arequipa è però destinato a salire nelle prossime ore.
A cura di Gabriella Mazzeo
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L'ondata di maltempo ad Arequipa, nel Sud del Perù, ha provocato frane e decine di morti. Fonti della Protezione Civile locale hanno riferito che almeno 200 abitazioni sono state distrutte a Secocha. A causa delle forti precipitazioni, si è staccato anche un pezzo della cordigliera delle Ande che ha provocato decessi e feriti. Il bilancio di almeno 40 morti e 15 feriti è soltanto provvisorio e destinato a salire con il trascorrere delle ore.

Le frane di fango e roccia sono iniziate già nella giornata di domenica a causa delle piogge torrenziali quasi ininterrotte. Rohel Sanchez, governatore di Arequipa, ha dichiarato lo stato di emergenza per far fronte ai danni riportati in 7 province. L'area più colpita, secondo quanto reso noto dalle fonti locali, è il distretto di Nicolas Valcarcel, nella provincia di Camanà, a ovest di Arequipa.

Anche alcune cittadine nei pressi di Rio Grande sono state gravemente colpite dalle piogge torrenziali e dai fiumi di fango. I detriti hanno invaso le strade, canali di irrigazioni e ponti, travolgendo e distruggendo centinaia di case ed edifici in varie zone della provincia. Le operazioni di soccorso per fornire assistenza ai dispersi e alle persone isolate in casa sono ancora in corso. Il governatore Rohel Sanchez ha fatto sapere di aver già messo in atto attività di supporto per circa 2mila famiglie che dovranno fare i conti con i danni subiti dalle loro abitazioni.

Il disastro naturale si unisce a quello che ha colpito la Turchia e la Siria nella giornata di ieri. Un terremoto di magnitudo 7.9 nel Sud della Turchia ha causato migliaia di morti e centinaia di feriti, provocando anche il crollo di numerose infrastrutture e la devastazione di zone già profondamente sconvolte dalla guerra in Siria. Al sisma registrato nella notte del 6 febbraio sono poi seguite altre 42 scosse di assestamento.

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