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Libia, Gheddafi accetta piano dell’Unione Africana ma i ribelli avvisano: “Nessuna tregua se non lascia il potere”

Gheddafi ha accettato la proposta della delegazione dell’Unione Africana giunta in Libia per trovare una soluzione alla guerra. Ma da Bengasi i ribelli fanno sapere che non accetteranno la tregua fino a quando Gheddafi non lascerà il potere.
A cura di Cristian Basile
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Libia Gheddafi Unione Africana

Jacob Zuma, il presidente del Sudafrica ha annunciato ieri notte davanti ai giornalisti riuniti nel palazzo di Bab Azizia, a Tripoli, che Gheddafi ha accettato la tabella di marcia che ha pianificato l'Unione Africana (UA) per porre fine al conflitto che vive la Libia da ormai due mesi, quando è iniziato il sollevamento popolare contro il dittatore. Nono sono stati divulgati molti dettagli sul contenuto del documento, ma la possibilità che Gheddafi abbandoni il potere è stata discussa durante la riunione, come ha poi rivelato il responsabile per la Pace e la Sicurezza dell'UA, Ramtane Lammara.

"Abbiamo discusso anche di questo, ma non posso raccontare nulla, le trattative devono rimanere riservate", ha dichiarato Ramtane, il quale ha precisato che "dovrebbe essere il popolo libico a poter scegliere democraticamente i propri rappresentanti". Ramtane ha anche indicato che la proposta dell'UA prevede anche:

  • il "cessate il fuoco" immediato
  • la promozione del dialogo nazionale tra i partiti in vista di un periodo di transizione del potere
  • la protezione degli stranieri che vivono in Libia
  • l'incremento degli aiuti umanitari.

Anche se l'influenza dell'Unione Africana non è enorme, sia per il suo scarso potere diplomatico sia per le limitate capacità che ha di imporre sanzioni economiche o militari, l'annuncio apre comunque la strada ai negoziati. Adesso la delegazione dell'UA si recherà a Bengasi per presentare l'iniziativa al Consiglio Nazionale di Transizione, dove probabilmente, dovrà scontrarsi con la ferma volonta dei ribelli che porranno l'abbandono del potere di Gheddafi, come condizione indispensabile per avviare qualsiasi negoziato.

Mentre continuano gli attacchi della NATO in Libia, l'arrivo dei presidenti africani ha provocato invece molte aspettative a Tripoli: la soluzione africana alla crisi, infatti, visto il panafricanismo che vanta il dittatore, sarebbe per molti libici quella ideale. Zuma, tra l'altro, ha parlato in toni amichevoli di Gheddafi nel suo discorso alla stampa, riferendosi puntualmente a lui come "leader fratello" e chiedendo alla NATO di fermare i bombardamenti.

"Dobbiamo dare un'opportunità al cessate il fuoco" ha detto il presidente sudafricano giunto nella capitale libica a capo della delegazione africana formata dal presidente del Mali, Amadu Tumani Turé, della Repubblica del Congo, Denis Sassu Nguesso e della Mauritania, Mohamed Uld Abdelaziz.

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