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Elezioni Presidenziali in Francia del 2022

Elezioni Francia 2022, nei sondaggi aumenta il vantaggio di Macron su Le Pen

Secondo l’ultimo sondaggio di Ipsos, a cinque giorni dal ballottaggio in Francia, il distacco tra il presidente uscente e la candidata di estrema destra sale a 12 punti percentuali.
A cura di Giacomo Andreoli
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Il presidente Emmanuel Macron può sorridere. A cinque giorni dal ballottaggio delle elezioni presidenziali francesi, un sondaggio di Ipsos lo dà in netto vantaggio sulla sfidante Mari Le Pen. Il distacco si è stabilizzato, aumentando di un altro punto percentuale: si è passati cosi dall'11% di scarto di qualche giorno fa, all'attuale 12%. Secondo la rilevazione Macron totalizzerebbe il 56% dei consensi, contro il 44% della sfidante. Tre giorni fa il presidente uscente era dato al 55,5%, contro il 44,5% di Le Pen.

Nello stesso sondaggio, però, circa un 13% degli intervistati ha detto che andrà a votare, ma non esprimendo alcuna intenzione di voto. Si tratta probabilmente di parte dell'elettorato di Jean-Luc Mélenchon, il cui 22% totalizzato al primo turno fa gola ad entrambi gli sfidanti all'Eliseo. Chi ha votato il candidato di sinistra, secondo sondaggi e analisti francesi, è ora fortemente in dubbio tra votare scheda bianca o scegliere Macron per fermare l'avanzata di Le Pen. Le ultime rilevazioni dicono infatti che solo il 20% di chi ha votato Mélenchon ora sceglierà la candidata di estrema destra. Gli altri si divideranno tra la non-scelta e la conferma dell'attuale presidente, che però non convince del tutto.

Quasi sicuramente, però, non si assisterà di nuovo a quanto visto nel 2017, con un ampio "fronte repubblicano" che sostiene l'attuale presidente contro l'estrema destra. Allora la partita finì 66,1% contro 33,9% per Macron, mentre oggi il sostegno a Le Pen è cresciuto fortemente, mentre molti elettori sono rimasti delusi dall'operato del numero uno dell'Eliseo.

Intanto il primo ministro francese, Jean Castex, ha detto di essere fiducioso che Macron possa farcela, ma anche di essere "fra coloro che pensano che un nuovo impulso debba essere trovato dopo la rielezione del presidente". Il suo governo, anche in caso di vittoria dell'attuale numero uno dell'Eliseo, si dimetterà, come da prassi. A quel punto, però, potrebbe nascere un esecutivo profondamente rinnovato.

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