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Emilio Fede querela il suo capo scorta e attacca: informazione di tipo nazista

Emilio Fede nella bufera in seguito alle rivelazioni del suo caposcorta, il brigadiere capo Luigi Sorrentino. Minaccia querele e denuncia la stampa di fare un’informazione di tipo “nazista”.
A cura di Cristian Basile
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Il direttore del Tg4, Emilio Fede, nel bel mezzo di una vera e propria bufera, implicato nello scandalo Ruby, indagato per induzione e favoreggiamento della prostituzione minorile, prossimo secondo molti ad essere cacciato da Rete 4, dopo aver perso i favori e l'amicizia di Silvio Berlusconi, cerca di reagire e si ribella tornando, come già fece qualche giorno fa, ad attaccare i media.

"Sono indignato, schifato, incazzato" ha detto furibondo, spiegando poi in una nota di aver affidato ai suoi legali l'incarico di querelare il brigadiere capo dei carabinieri, Luigi Sorrentino, suo caposcorta in quanto "dopo aver preso visione, attraverso i verbali di interrogatorio dell'inchiesta sulle cene ad Arcore",  ha ritenuto le sue affermazioni "non corrispondenti al vero e lesive della propria dignità umana e professionale".

Ha dichiarato furioso Emilio Fede: "Quell'uomo dice cose gravissime, io non sono mai tornato a casa alle 4 del mattino, ho la scorta perché sono stato minacciato di morte e mai, dico mai, l'ho usata per altri motivi", precisando inoltre che Luigi Sorrentino era il capo della sua scorta e non gli faceva da autista. "Ora mi sono rotto le scatole", ha concluso il direttore del Tg4, "non si possono denigrare le persone in questo modo" invitando i vertici dell'Arma dei Carabinieri ad accertare "se il racconto di Luigi Sorrentino corrisponda, oppure no, alla verità".

Poi si scaglia con veemenza contro la stampa, rea secondo il giornalista, di fare nei suoi confronti una "informazione nazista". Un’uscita che ha provocato la reazione immediata del presidente dell’ordine dei giornalisti Enzo Iacopino: "è intollerabile che nel Giorno della Memoria si evochi il nazismo" . In seguito lo stesso Fede ha moderato i toni e chiarisce: "Il mio riferimento era a coloro che sono pronti a fornire testimonianze e racconti che sconfinano in una sorta di spionaggio del tipo Kgb o nazista. Se diversamente è stato interpretato chiedo scusa ai colleghi".

Un periodo piuttosto travagliato, dunque, per il direttore del Tg4, che non dovrà soltanto difendersi in tribunale, ma anche dagli attacchi del suo ormai ex-amico Berlusconi, infuriato dopo l'intervista rilasciata a Lucia Annunziata e dopo le intercettazioni sugli accordi con Lele Mora per un prestito da chiedere al Cavaliere .

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