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Detrazioni fiscali al 19%, lo stop alle spese in contanti slitta al primo aprile

Lo stop ai pagamenti in contanti per le spese detraibili al 19% slitta al primo aprile grazie a un emendamento presentato dal governo al decreto Milleproroghe. I pagamenti tracciabili saranno obbligatori, per avere accesso alle detrazioni, non da gennaio, dunque, ma solamente da aprile. Vediamo per quali spese sarà possibile continuare a pagare in contanti anche dopo questa data.
A cura di Stefano Rizzuti
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Slitta di tre mesi l’obbligo di effettuare con strumenti tracciabili i pagamenti per le spese con cui accedere alle detrazioni fiscali al 19%. L’obbligo di ricorrere a pagamenti tracciabili riguarda alcune spese sanitarie, ma anche quelle relative all’università o alle attività sportive. La nuova data, fissata con un emendamento al decreto Milleproroghe presentato dal governo, sarà quella del primo aprile. L’obbligo di effettuare con strumenti diversi dal contante le spese detraibili al 19% doveva scattare il primo gennaio, per poi valere sulla dichiarazione dei redditi del 2021. Si rimanda il termine dal primo gennaio al primo aprile, per un costo di 217 milioni di euro nel 2021, che verranno coperti con la riduzione dei fondi per il taglio del cuneo fiscale. La proroga era stata richiesta dalla Consulta dei Caf, che lamentava di aver avuto – dalla legge di Bilancio – un preavviso troppo breve. La richiesta è stata accolta dal ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri.

Quali spese non si potranno più effettuare in contanti

Le spese che dal primo aprile potranno essere effettuate solamente con mezzi tracciabili, e quindi non più in contanti, sono varie. Partiamo dagli interessi passivi sui mutui per la prima casa, passiamo alle spese funebri così come quelle veterinarie. Ancora, rientrano tra le spese che non si potranno effettuare in contanti quelle scolastiche e universitarie, così come il pagamento degli abbonamenti in palestra o per le associazioni sportive effettuato dai genitori per i figli minorenni. Tra questo tipo di spese rientrano anche quelle per le assicurazioni contro gli eventi calamitosi, l’affitto per gli studenti fuori sede e l’abbonamento per i trasporti pubblici. In tutti questi casi, dunque, sarà necessario pagare attraverso bancomat, carte di credito, carte di debito, carte prepagate, assegni o bonifici.

Le detrazioni al 19% sulle spese sanitarie

Per quanto riguarda le spese sanitarie la questione è più complessa. Con la legge di Bilancio si è stabilito di permettere ai cittadini di effettuare in contanti alcuni pagamenti che rimangono detraibili al 19%, escludendone però altri per cui sono necessari gli strumenti tracciabili. Tra le spese che si possono effettuare in contanti rimangono quelle sostenute per l’acquisto di medicinali e dispositivi medici, così come le prestazioni sanitarie effettuate da strutture pubbliche o da strutture private accreditate al Servizio sanitario nazionale. Quindi è possibile continuare a pagare in contanti i medicinali, ma anche i dispositivi medici come termometri, test di gravidanza, occhiali e lenti, oltre che le visite in ospedale e nelle strutture private accreditate. Non rientrano, invece, tra le spese che si possono effettuare in contanti le visite e le prestazioni effettuate da privati e da strutture private, che non saranno detraibili se non verranno saldate con strumenti di pagamento elettronici.

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