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Dopo Aquarius, un’altra nave al largo della Libia. E altri 800 migranti salvati

Centinaia di profughi recuperati da imbarcazioni italiane ed internazionali. E in mattina No di Salvini anche alla Sea Watch 3 (di Ong tedesca e battente bandiera olandese), “l’Italia ha smesso di chinare il capo e ubbidire”. I porti italiani dunque restano chiusi.
A cura di Biagio Chiariello
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Con l' Aquarius ancora bloccata in mare e senza un porto sicuro dove sbarcare, altri 800 migranti sono stati soccorsi nella notte al largo della Libia da navi italiane e internazionali. Le operazioni di soccorso si sono concluse in piena notte, come si apprende dall’Ansa. Ieri il ministro dell'Interno Matteo Salvini ha scritto chiaramente che “l'Italia ha smesso di chinare il capo e ubbidire". Una chiara sfida a Malta considerata  “più sicura", con la Valletta che sin qui ha declinato la richiesta di accoglienza. Poi l’annuncio della chiusura dei porti della Penisola alle imbarcazioni di soccorso e il divieto di attracco esteso anche per la Sea Watch 3, “di Ong tedesca e battente bandiera olandese, al largo delle coste libiche in attesa di effettuare l’ennesimo carico di immigrati da portare in Italia”. Queste le parole del capo del Viminale su Facebook: “Anche l'Italia comincia a dire NO al traffico di esseri umani, NO al business dell'immigrazione clandestina. Il mio obiettivo è garantire una vita serena a questi ragazzi in Africa e ai nostri figli in Italia".

Sulla vicenda è stato indetto un vertice di quattro ore a Palazzo Chigi. Da parte sua il premier Giuseppe Conte ha assicurato l'invio di due motovedette con medici a bordo sulla Aquarius, pur sottolineando "l'ennesima indisponibilità di Malta" a garantire un primo soccorso umanitario. “È necessario, stavolta, che tutti comprendano che il diritto internazionale non può prevedere un'Italia abbandonata a se stessa. Noi salveremo sempre le vite umane, ma Malta è la spia di un'Europa che deve cambiare” ha scritto su Twitter il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Danilo Toninelli. "Salvarli resti la priorità", dice l'Unhcr. Msf: "La politica degli Stati non sia sopra le vite delle persone".

Nel frattempo la situazione a bordo dell'Aquarius sarebbe "calma", ma secondo quanto dichiarato da Aloys Vimard, capo progetto di Medici Senza Frontiere imbarcato sull’Aquarius la situazione potrebbe aggravarsi nelle prossime 48 ore: "questa è una nave che può ospitare al massimo 500-550 persone, perciò siamo oltre il limite. Abbiamo cibo, medicine e coperte ancora per pochi giorni, non più di 2 o 3. Poi non so che accadrà. Per noi la salvezza dei rifugiati dovrebbe venire prima di ogni considerazione politica". Sulla nave, con i team di Medici senza frontiere, ci sono 123 minorenni non accompagnati, 11 bambini e 7 donne incinte. “Dalle autorità italiane ancora nessuna notizia", spiega Analise Borges, di Euronews, l'unica giornalista presente a bordo dell'imbarcazione.

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