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Disastro americano: fallisce lo Stato del Minnesota

Lo Stato americano del Minnesota è fallito. Vent’anni di discutibili politiche repubblicane hanno portato l’attuale governatore democratico Mark Dayton a poter solamente prendere atto del disastro.
A cura di Alfonso Biondi
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Mark Dayton

Dalla bandiera americana salta giù una stella. Il Minnesota, Stato situato nel Nord del Paese che conta una popolazione di circa 5 milioni di abitanti, è fallito. In cassa non c'è neanche un dollaro e il governatore democratico Mark Dayton non ha potuto far altro che prenderne atto. Lo Stato al momento è fermo: bloccati i lavori infrastrutturali, chiusi i parchi, a casa 24mila dipendenti pubblici. Il Minnesota ha un deficit di bilancio da 3,6 miliardi di dollari e con una spesa pubblica molto maggiore rispetto alle entrate effettive dello Stato, ipotizzare una ripresa sarebbe stata cosa ardua.

Ma come si è arrivati fino a questo punto? Il Minnesota è governato dai Repubblicani da circa 20 anni. Le politiche da loro messe in campo, fatte di tagli alle imposte per le classi più agiate e tagli al welfare, sono risultate eccessivamente dispendiose, gravando oltremodo sulla finanza pubblica. E a nulla è servita l'elezione dello scorso anno del democratico Mark Dayton che, da quando è diventato governatore, s'è trovato a dover fare i conti con una maggioranza molto esigua, decisamente insufficiente a varare nuovi leggi senza l'appoggio dell'opposizione repubblicana.

Opposizione repubblicana che ha scelto di fare ostruzionismo invece di collaborare e i risultati sono sotto gli occhi di tutti. L'ex governatore repubblicano del Minnesota, Pawlenty, additato come principale responsabile del disastro dello Stato, ha dichiarato di voler correre alla Casa Bianca nel 2012.

Insomma, mentre l'Europa sta facendo di tutto per salvare il debole anello ellenico, in America l'insolvenza di uno Stato è già realtà. I problemi degli Stati Uniti non riguardano però solamente il Minnesota, ma l'intera nazione. Attualmente il debito pubblico americano staziona attorno ai 14mila miliardi di dollari: in pratica quanto l'intero Pil. Il Presidente Obama vorrebbe un ulteriore ritocco al limite massimo di indebitamento; i repubblicani, al contrario, chiedono la drastica riduzione della spesa pubblica. E le nubi all'orizzonte si fanno sempre più grigie.

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