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Tagliati i fondi a una biblioteca Usa perché non ha censurato libri con tematiche LGBTQI+

A una biblioteca negli Stati Uniti sono stati tagliati i fondi per non aver voluto censurare un libro.
A cura di Redazione Cultura
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Justin Sullivan/Getty Images
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Una piccola biblioteca negli Stati Uniti rischia di chiudere perché si è rifiutata di escludere dai propri scaffali un libro che parla di temi LGBTQI+. Succede a Jamestown, in Michigan, dove un gruppo di abitanti ha chiesto di tagliare i finanziamenti pubblici alla biblioteca cittadina dopo che il direttore aveva detto no alla cancellazione di "Gender Queer: a Memoir", una graphic novel biografica sulla storia di Maia Kobabe che contiene all'interno anche alcune immagini esplicite ma che era archiviato nei libri per adulti, come spiega il quotidiano locale Bridge Michigan che ha raccontato quella che non è una storia isolata negli Usa, in cui da tempo gruppi di conservatori chiedono la cancellazione di libri che trattano temi LGBTQI+ o di razzismo, allargando le proteste a un fantomatico indottrinamento della Critical race theory nelle scuole.

Tutto è cominciato quando un cittadino si è lamentato della graphic novel che parla del coming out come persona non binaria di Kobabe. A quel punto la questione ha cominciato ad allargarsi e come riporta il quotidiano locale una cinquantina di persone hanno cominciato a partecipare alle riunioni del consiglio della biblioteca che fino a quel momento erano seguite da poche persone. La scelta della biblioteca era stata quella di spostare il libro dietro al bancone, là dove i più piccoli non potevano arrivare, ma questo non è bastato. Un gruppo di persone, infatti, ha cominciato a fare pressione per censurare anche altri libri e al diniego dei responsabili hanno cominciato una campagna per togliere i fondi comunali.

Senza quei soldi, però, la biblioteca sarebbe costretta a chiudere: "Le nostre biblioteche sono luoghi di lettura, luoghi di aggregazione, luoghi di socializzazione, luoghi di studio, luoghi di apprendimento. Voglio dire, sono il cuore di ogni comunità – ha detto al Guardian Deborah Mikula, direttrice esecutiva della Michigan Library Association -. Come è possibile che tutto questo venga perso? Vogliamo assicurarci che le biblioteche proteggano il diritto alla lettura". Nelle scorse settimane sono stati costretti a dimettersi prima la direttrice Amber McLain, accusando di aver ricevuto minacce e molestie, oltre all'accusa di voler indottrinare i bambini e dopo anche il suo successore Matt Lawrence.

Nei giorni successivi alla notizia, che in breve tempo si è espansa in tutti gli Stati Uniti e anche al di fuori sono state create due campagne su GoFundMe che hanno raccolto circa 50 mila dollari in pochi giorni con donazioni arrivate anche dall'Australia oltre che dallo Stato e dall'intera nazione. Nonostante il risultato sia importante è ancora molto ridotto rispetto a ciò che servirebbe per tenere aperta la biblioteca, i cui fondi ottenuti dalle tasse ammontano a 240 mila euro. Pochi mesi fa Pen America, organizzazione non-profit che si occupa di difendere la libertà d'espressione negli Usa, aveva denunciato "l'allarmante aumento della censura sui libri nei distretti scolastici di tutto il paese negli ultimi nove mesi" con particolare accanimento su libri che avevano come tema quelli di genere e razzismo.

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