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Svetlana Aleksievic lascia la Bielorussia: “Non sappiamo se Lukashenko la farà rientrare”

Svetlana Aleksievic, premio Nobel per la Letteratura 2015, ha lasciato la Bielorussia in direzione Germania. L’unica leader dell’opposizione al regime di Alexander Lukashenko ancora in libertà o presente in Bielorussia lascia il suo Paese. La motivazione ufficiale parla di “visite mediche specialistiche”. Previsto la sua presenza anche in Italia.
A cura di Redazione Cultura
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Svetlana

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Aleksievic ha lasciato la Bielorussia. La scrittrice premio Nobel per la Letteratura 2015, unico membro del consiglio di opposizione al presidente Lukashenko ancora in libertà a Minsk, è partita ieri per la Germania, lasciando così il suo Paese dopo settimane trascorse nel timore di una ritorsione da parte del regime di Minsk. A confermarlo sono stati i suoi assistenti a diverse agenzie di stampa. L'autrice di "Preghiera per Cernobyl" e "Ragazzi di Zinco" era rimasta l'unica leader dell’opposizione bielorussa ad essere ancora libera, dopo l’arresto di Maria Kolesnikova, e dopo che la candidata alla presidenza Svetlana Tikhanovskaya era stata costretta a lasciare il paese. La scrittrice ha raggiunto Berlino con un volo della compagnia aerea bielorussa Belavia.

Svetlana Aleksievic sarà costretta all'esilio?

Mariya Voiteshonok, amica di Aleksievic, ha dichiarato che prima di partire la scrittrice è stata interrogata dalla polizia in Bielorussia e che poi ha raggiunto la Germania dove deve sottoporsi a delle cure programmate da tempo. In seguito Alexievich sarà nel nostro Paese, in Italia, dove riceverà un premio letterario. Il suo ritorno in Bielorussia è programmato fra un mese anche se la sua portavoce, Tatyana Tyurina, ha spiegato che dipenderà da come si svilupperanno gli eventi nel paese, se le sarà garantita la sicurezza e, soprattutto, "se le autorità le consentiranno di tornare".

Svetlana Aleksievic contro il presidente Lukashenko

Dopo la contestata rielezione del presidente bielorusso, il premio Nobel per la Letteratura Svetlana Aleksievic si era apertamente schierato contro Alexander Lukashenko: “Ha tradito il nostro paese” aveva dichiarato. “Temo che la rivolta possa finire nel sangue, non lasciateci soli”, dopodiché nelle settimane successive aveva denunciato tentativi di effrazione alla porta di casa sua, motivo per cui aveva ricevuto il sostegno dei diplomatici internazionali presenti a Minsk.

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