Berlusconi: “Polemica strumentale, io amico di Israele”
Tutte le critiche e gli attacchi arrivati dopo la sua frase che paragonava i figli agli ebrei nella Germania di Hitler sono solo "una polemica smaccatamente strumentale su una frase estrapolata da un ampio contesto", lo sostiene Silvio Berlusconi in una nota diffusa questa sera in cui mette in chiaro la sua posizione dopo le anticipazioni su una sua conversazione con Bruno Vespa per il nuovo libro del giornalista. "La mia storia, la mia amicizia verso Israele, la mia coerente azione di governo sul piano internazionale in favore dello Stato di Israele, non consentono alcun dubbio sulla mia consapevolezza della tragedia dell’Olocausto e sul mio rispetto del popolo ebraico" scrive ancora il Cavaliere che ha così voluto rispondere all'indignazione della comunità ebraica. Le parole di Berlusconi in effetti nel pomeriggio avevano scatenato la reazione non solo della politica ma anche delle Comunità Ebraiche Italiane.
La reazione della comunità ebraica – "La vita degli ebrei d'Europa sotto il nazismo fu segnata da un vortice nero di violenza, persecuzione, morte. Una catastrofe che non è soltanto del popolo ebraico ma dell'umanità intera" aveva spiegato Renzo Gattegna dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, aggiungendo "Ogni paragone con le vicende della famiglia Berlusconi è quindi non soltanto inappropriato e incomprensibile ma anche offensivo della memoria di chi fu privato di ogni diritto e, dopo atroci e indicibili sofferenze, della vita stessa". "Berlusconi non deve delle scuse agli ebrei, ma a se stesso. Rimango basito il suo è un paragone fuori luogo. Forse sarebbe interessante sentire direttamente i figli" ha commentato invece il presidente della comunità ebraica romana Riccardo Pacifici.
