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Violenta la moglie, la picchia e riduce in schiavitù: 57enne arrestato a Messina

Un uomo di 57 anni è stato tratto in arresto e condotto in carcere perché ritenuto responsabile dei reati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali. Vittima sua moglie. Gli abusi venivano commessi spesso alla presenza dei figli minori.
A cura di Davide Falcioni
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Un uomo di 57 anni è stato tratto in arresto e condotto in carcere perché ritenuto responsabile dei reati di riduzione in schiavitù, violenza sessuale, sequestro di persona e lesioni personali. Vittima sua moglie. La misura di custodia cautelare è stata eseguita dai poliziotti delle Volanti di Messina dopo un'ordinanza emessa a seguito di appello proposto dal pubblico ministero della procura. Gli investigatori hanno condotto una lunga indagine accertando  lo stato di degrado in cui l’uomo costringeva a vivere moglie e figli, tra insulti, minacce di morte, sputi, calci, schiaffi e percosse con bastoni. Le violenze venivano subite dalla donna spesso alla presenza dei figli minori, anche quando era in stato di gravidanza. Alla vittima erano stati persino sottratti i documenti di identità ed era stata chiusa a chiave in casa, impedendole ogni tipo di spostamento. L’uomo, già sottoposto agli arresti domiciliari con obbligo di braccialetto elettronico per il reato di maltrattamenti in famiglia, è stato trasferito nella casa circondariale di Castelvetrano.

A causa del Covid aumentano le violenze sulle donne

I casi di violenza nei confronti delle donne sono cresciuti durante la pandemia, facilitati anche dai lockdown e dalla convivenza forzata. Le segnalazioni al 1522 – il numero anti violenza e stalking – sono aumentate  e secondo l'Istat nel primo trimestre del 2021 sono state 7.974, con 4.310 vittime, in aumento rispetto al primo trimestre del 2020 (+38,8%), ma lontano dal picco del secondo trimestre 2020 (12.942 chiamate valide). "Ancora in aumento la quota delle richieste di aiuto tramite chat, che costituiscono il 16,3%delle modalità di contatto", spiega l'Istituto, aggiungendo che chi chiama lo fa per una "richiesta di aiuto da parte delle vittime di violenza" e per segnalare "casi di violenza" che insieme rappresentano il 48,3% (3.854) delle chiamate valide", in crescita del 109%. Le persone che hanno contattato per la prima volta il 1522 nel primo trimestre 2021 sono l'84,8%. "Le vittime che hanno contattato il 1522 hanno segnalato di avere subito più tipologie di violenze nel 62,1% dei casi (più in particolare, 2 nel 23,3% e 3 o più forme di violenza nel 38,8% di casi). Una tipologia di violenza è stata segnalata dal 37,9% delle vittime; la violenza fisica è il tipo più frequente".

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