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Uccise compagna dopo ‘tempesta emotiva’: tenta suicidio in carcere, è grave

Il 57enne è ora ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell’ospedale di Ferrara. Il cui caso aveva fatto discutere per il dimezzamento della pena in appello con una sentenza che ha concesso le attenuanti anche per la ‘tempesta emotiva’ determinata dalla gelosia.
A cura di Biagio Chiariello
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Michele Castaldo, l’assassino reo confesso di Olga Matei e che negli ultimi giorni era stato al centro dell’attenzione mediatica in merito al maxi-sconto di pena per ‘tempesta emotiva', ha tentato il suicidio ed ora è ricoverato in gravi condizioni nel reparto di rianimazione dell'ospedale di Ferrara. Pare che il 57enne abbia ingerito una sostanza tossica. La rivelazione arriva dalla pagina ufficiale di Quarto Grado, sulla quale si legge pure che il suo legale, l’avvocato Monica Castiglioni, aveva ricevuto questa mattina una lettera da Castaldo nella quale aveva annunciato le intenzioni di farla finita.

La missiva è stata integralmente pubblicata sulla pagina Facebook della trasmissione: “Bene la chiudo qui altrimenti sembra che mi voglio giustificare”, si legge. Poi, rivolgendosi al suo avvocato scrive: “Vorrei che questa lettera la rendessi pubblica nel modo che tieni più giusto. Io lascerò una lettera al carcere dicendo che i soldi che ho sul conto devono essere dati a te (3500 euro circa)”. Sempre al suo difensore ribadisce la volontà di voler essere cremato ma con un cambio di programma: “Se puoi le mie ceneri devono essere sparse in mare. Credo che con i soldi che ti lascio riesci a coprire le spese”.

Pena dimezzata per "tempesta emotiva"

Aveva scatenato una vera e propria bufera la sentenza della Corte d’Appello d’Assise di Bologna per il delitto di Olga Matei: la condanna al killer Michele Castaldo era stata dimezzata da 30 a 16 anni di reclusione. La 46enne era stata ammazzata a mani nude lo scorso 5 ottobre del 2016 a Riccione dal suo compagno, che secondo i giudici era in preda a una ‘tempesta passionale' che avrebbe condizionato sulla misura della responsabilità penale nei confronti dell'uomo. Il pg Paolo Giovagnoli aveva chiesto la conferma della pena comminata in primo grado, ma la Corte ha deciso diversamente: oltre alla confessione dell’omicida, è stata presa in considerazione la forte gelosia provata dall’uomo "a causa delle sue poco felici esperienze di vita una soverchiante tempesta emotiva e passionale che si manifestò subito dopo anche col teatrale tentativo di suicidio".

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