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Soffocata a 22 anni, sotto le unghie di Lisa Gabriele il DNA del suo assassino

Sotto le unghie di Lisa Gabriele, la 22enne trovata morta nella campagne cosentine, 15 anni fa, è stato trovato il DNA del suo assassino. La ragazza, che secondo l’esame medico è morta soffocata, ha tentato di difendersi graffiando il suo aggressore. Sotto la lente della Procura c’è un poliziotto della Stradale, all’epoca sposato, con cui Lisa aveva una relazione.
A cura di Angela Marino
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Dopo 15 anni è stato trovato il DNA dell'assassino di Lisa Gabriele, uccisa a 22 anni e fatta ritrovare cadavere accanto a un finto biglietto suicida, nei boschi di Montalto Uffugo. Il profilo genetico dell'omicida è stato isolato su una traccia biologica rilevata durante l'esame cadaverico eseguito sui resti riesumati della ragazza. Lisa, infatti, secondo il quadro che emerge oggi, si difese graffiando il suo assassino mentre questi la strangolava. A gettare nuova luce sul caso, all'epoca dei fatti archiviato come suicidio, è stata una lettera che solo ultimamente un sedicente testimone ha inviato alla Procura di Cosenza.

Sono un poliziotto onesto della Stradale, scrive l'anonimo, per troppo tempo costretto al silenzio dalla paura e per troppo tempo afflitto dal senso d'impotenza e dal rimorso. Voglio però liberarmi dal peso di non aver contribuito a fare luce su un episodio gravissimo. Parlo di una ragazza, Lisa Gabriele, morta a 22 anni per la sola colpa di essersi innamorata di un delinquente che purtroppo veste la mia stessa divisa. È stata barbaramente uccisa, soffocata con un cuscino come, con un cuscino, Lisa aveva cercato di far credere di essere incinta. "Mi auguro che Lisa possa trovare giustizia e io quella pace interiore che ho perso in questi anni di silenzio.

Picchiata perché aveva detto di essere incinta

Il riferimento, nella lettera, è alla relazione clandestina che Lisa aveva con un uomo molto più grande di lei, sposato. La 22enne, che viveva a Rose (Cosenza) con la zia Angelina, infatti, si era invaghita di un poliziotto sposato, che, tuttavia, non aveva alcuna intenzione di mettere in discussione il proprio menage di coppia. È sempre a lui, che lo scrivente si riferisce nella lettera:

Per non essere lasciata. Lisa aveva comunicato a lui di essere incinta, si era presentata con un piccolo cuscino sotto i vestiti per simulare la pancia gonfia, ma lui l'ha picchiata così selvaggiamente che la ragazza è stata costretta a recarsi in ospedale, dove è stata accompagnata da una pattuglia della Stradale.

Il cadavere trovato nei boschi

Dunque, una relazione difficile, un'aggressione avvenuta al cospetto di testimoni e, infine, un omicidio. I fatti, sono avvenuti il 19 gennaio 2005, quando il corpo senza vita della giovane è stato ritrovato senza vita nelle campagne di Montalto Uffugo. A una prima occhiata la scena appariva quella di un suicidio. Il corpo privo di tracce di violenza, infatti, giaceva a pochi passi dalla Fiat Cinquecento di proprietà della ragazza, accanto al sedile, c'erano una bottiglia di superalcolici vuota, un blister di medicinali antidepressivi e una lettera di addio. All'epoca il caso fu archiviato come suicidio, tuttavia, le indagini condotte da un investigatore privato assunto dalla famiglia confermarono che alcuni elementi sulla scena erano stati manomessi. Le impronte sulla bottiglia di Whisky, tanto per cominciare, erano state cancellate e anche la lettera di addio da una perizia calligrafica era risultata contraffatta.

Il caso vicino alla svolta

Oggi, grazie alle nuove indagini coordinate dal procuratore Mario Spagnuolo e dal pm Antonio Teorico, l'assassino di Lisa potrebbe essere identificato. Il DNA estratto infatti, aspetta solo di essere comparato con quello di potenziali sospettati. In cima alla lista, ovviamente, c'è il poliziotto della Stradale con cui all'epoca Lisa ebbe una relazione.

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