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Sincope mentre guida, travolge e uccide due fidanzati: “Corpi sui tetti”. Automobilista assolto

Un terribile schianto nell’estate del 2018 che tolse la vita a due giovani fidanzati a Gazzo Veronese, i loro corpi sono stati trovati dilaniati. “Una scena raccapricciante” raccontarono i soccorritori. L’accusa chiedeva 3 anni e 8 mesi di reclusione ma per il giudice l’investitore, un 24enne, non era imputabile perché ebbe un problema cardiaco al momento dello schianto.
A cura di Biagio Chiariello
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Prosciolto perché "il fatto non costituisce reato". Questo il verdetto del giudice Giuliana Franciosi del Tribunale di Verona nell'ambito del processo nei confronti del 24enne accusato del duplice omicidio stradale di Sergio Sandrolini e Giulia Signorini, la coppia rimasta uccisa nell'incidente avvenuto il 30 giugno 2018 lungo la Strada Statale 12 tra Gazzo Veronese e Nogara. Il pm aveva chiesto una condanna a 3 anni e 8 mesi di reclusione per il ragazzo, ma ora il magistrato ha dichiarato che il 24enne alla guida della Volkswagen Golf Variant non è imputabile perché ebbe una sincope al momento dello schianto.

L'incidente choc

Quel giorno di giugno di tre anni fa, la giovane coppia di fidanzati era partita da Ferrara in sella alla moto di Sergio, una Yamaha SR 500: erano diretti a Borghetto sul Mincio, per trascorrere un weekend insieme. Ma in prossimità di Gazzo Veronese, lungo la statale 12, la Volkswagen a tutta velocità (almeno 100 km orari su un tratto di strada dove il limite è di 70) sterzò bruscamente, invase la loro corsia di marcia e li travolse in pieno, non dando loro scampo: lo schianto fu così violento da dilaniare i corpi dei due fidanzati. "Una scena raccapricciante". I due giovani vennero sbalzati a decine di metri di distanza, i lembi furono rinvenuti perfino sui tetti delle case.

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Assolto per una sincope

Le motivazioni della sentenza non sono state ancora rese note, ma durante il processo celebrato con il rito abbreviato l'avvocato del giovane imputato ha insistito su di un problema cardiaco del suo assistito. Al momento dell'incidente il ragazzo era stato colto da una sincope, appunto, ovvero una momentanea perdita di coscienza causata da un difetto al ritmo cardiaco.  Problema di cui il 24enne non era a conoscenza e che adesso sarebbe stato risolto grazie ad un pacemaker. La mancata condanna ha scioccato le famiglie delle due vittime, che ora sperano in un ricorso in Appello da parte della Procura di Verona

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