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Maria Chindamo uccisa e data in pasto ai maiali, la figlia: “Scoprirlo è stato terribile”

“Ho immaginato la scena, per me è stato terribile”. Federica Punturiero, figlia di Maria Chindamo, scomparsa a Limbadi il 6 maggio del 2016, commenta le rivelazioni del pentito Antonio Cossidente, sulla drammatica fine dell’imprenditrice. Il collaboratore di giustizia ha dichiarato di aver saputo dal pentito Emanuele Mancuso, che Maria era stata uccisa e data in pasto ai maiali.
A cura di Angela Marino
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"Ho immaginato la scena, per me è stato terribile". Federica Punturiero, figlia di Maria Chindamo, commenta a Chi l'ha visto le rivelazioni del pentito Antonio Cossidente sulla fine di sua madre, scomparsa da Limbadi (Reggio), il sei maggio 2015. Secondo il collaboratore di giustizia potentino, infatti, la giovane mamma di tre figli sarebbe stata assassinata di fronte alla sua proprietà e il suo corpo sarebbe stato dato in pasto ai maiali. Le dichiarazioni del pentito sono state diffuse di recente, ma già da anni la Procura indagava sulla pista dell'omicidio. Sulla fiancata dell'auto di Maria, infatti, vennero trovate grosse chiazze di sangue che testimoniavano una violenta aggressione. 

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"Noi abbiamo bisogno della verità  – dice oggi Federica – e ci appelliamo alla parte buona della Calabria, che esiste". Il riferimento di Federica, è ovviamente, a quella Calabria che non si identifica nei metodi criminali coi quali Maria è stata fatta sparire e col sistema di valori nei quali è maturato l'omicidio. Madre separata, Maria aveva iniziato una nuova relazione sentimentale e si stava occupando dell'azienda agricola che amministrava per conto dei figli, che l'avevano ereditata dai nonni, genitori del suo ex, Ferdinando Punturiero. Dopo la morte di quest'ultimo, che ha scelto di togliersi la vita poco dopo il divorzio, infatti, Maria era stata aspramente criticata dai Punturiero per il suo stile di vita. Contro questa Calabria, oggi, punta l'indice la figlia di Maria, distinguendo però la parte sana della propria terra.

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"Voglio diventare magistrato, e voglio farlo qui, sul mio territorio" dice ancora. Intanto attende risposte nella sempre più intricata inchiesta sull'omicidio di mamma Maria. Ancora in attesa di conferma, infatti, sono le dichiarazioni di Cossidente, che a sua volta avrebbe appreso le informazioni da Emanuele Mancuso, pentito reggino, durante un periodo di detenzione nello stesso carcere. La testimonianza che ha dato la svolta al caso, dunque, è una testimonianza, indiretta, de relato, che deve trovare altri riscontri. Resta libero, anche se indagato, l'uomo che Cossidente accusa, ovvero Salvatore Ascone, detto O' Pinnolaro, proprietario del terreno agricolo antistante la proprietà di Maria e già nel registro degli indagati per omicidio. Il tribunale del Riesame, infatti, ha deciso di scarcerarlo dopo l'arresto avvenuto l'estate scorso, non ritenendo che vi fosse pericolo d'inquinamento prove o di reiterazione del reato.

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Secondo la ricostruzione della Procura, Ascone, interessato ai terreni che Maria gestiva e ben conscio dei dissapori di Maria con la famiglia Punturiero, avrebbe organizzato il delitto e fatto distruggere il corpo. Accuse, per ora, che attendono ulteriori riscontri. Della mattina in cui Maria sparì si sanno con certezza alcuni dettagli, tra cui quello, non da poco, della misteriosa auto che l'ha seguita da casa verso la proprietà agricola. Un particolare che inserirebbe il delitto in un contesto di premeditazione.

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