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“L’ho colpita con la mazzuola in testa”, confessione shock del marito di Alexandra, uccisa a Bolzano

Il terribile racconto fatto davanti agli inquirenti da Avni Mecja, il 27enne reo confesso dell’omicidio della compagna Alexandra Elena Mocanu avvenuto sabato sera a Bolzano.
A cura di Antonio Palma
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“L’ho uccisa a martellate in testa” è il terribile racconto fatto davanti agli inquirenti da Avni Mecja, il 27enne reo confesso dell’omicidio della compagna Alexandra Elena Mocanu avvenuto sabato sera nella loro casa di Bolzano. L’uomo ha ammesso di aver ucciso la donna al termine di una lite colpendola alla testa con una mazzuola da muratore che teneva nel cassetto degli attrezzi in casa.

Una aggressione brutale che non ha dato scampo alla donna, trovata morta solo domenica mattina a seguito di una segnalazione dei parenti dell'uomo che si era dato alla fuga ma aveva telefonato ad alcuni famigliari prima di tornare sui suoi passi e consegnarsi alla polizia che lo cercava.

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Una ricostruzione che fin qui che coincide con i primi esami post mortem effettuati dal medico legale che parlano di una profonda ferita alla testa. Avni Mecj  “Ha fornito  un quadro dettagliato e lineare dei fatti", ha sostenuto l’avvocato dell’uomo ma sulla dinamica esatta e sul movente dietro l’efferato delitto però restano ancora molti punti da chiarire. Anche la presunta arma del delitto, il martello da cantiere, non è stato ancora rinvenuto dagli inquirenti che lo stano cercando dove l’uomo ha indicato

Il 35enne che si trova attualmente nel carcere di Bolzano, è accusato di omicidio volontario aggravato, un reato gravissimo che può costargli l’ergastolo visti anche i precedenti. L’uomo accusato già dalla vittima 35enne, era stato condannato in appello a una pena di 3 anni e 4 mesi di reclusione per violenza sessuale e maltrattamenti proprio nei confronti di Alexandra.

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L’indagato ha fornito un’ampia confessione, non solo sulla dinamica ma anche ricostruendo nel dettaglio il rapporto sentimentale tra lui e la vittima. Un rapporto amoroso molto complesso, caratterizzato anche da gelosie e da soggezione” ha spiegato al Corriere del Veneto il legale, raccontando di essere stato lui a convincere il suo assistito a consegnarsi dopo la breve fuga in direzione dell’Albania.

A seguito degli indizi di reato raccolti e delle dichiarazioni dell'indagato, il provvedimento di fermo è stata eseguito dalla squadra mobile della Questura di Bolzano. Spetterà adesso al Gip convalidare l’arresto.

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