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Le vietano di leggere la lettera di addio al funerale del nonno: “Discriminata perché celebrante laica”

Censurata dalla curia locale poiché è una celebrante laica. Luisa Bàmbina non ha potuto leggere in chiesa la lettera che aveva preparato per il funerale del nonno.”Lotto da sempre contro le discriminazioni e non voglio che ciò che mi è accaduto possa ripetersi”. La denuncia della donna siciliana, 35 anni, ha fatto il giro del web in pochi giorni.
A cura di Francesco Cortese
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Le è stato vietato di leggere una lettera di addio al funerale del nonno poiché è una celebrante laica umanista. È accaduto a Castellammare del Golfo, in provincia di Trapani. Luisa Bàmbina, 35 anni, da due anni unisce in matrimonio divorziati, omosessuali e persone di fede diversa. È convinta che la censura della curia locale, che le ha impedito di leggere la lettera che aveva scritto per l'ultimo saluto al nonno, sia legata all'attività che svolge nel territorio.

"Mi sono sentita discriminata perché mi è stato vietato di leggere una lettera d'amore per mio nonno, al quale ero fortemente legata. Una lettera che non conteneva nulla di anticattolico – racconta Luisa Bàmbina –  La sera prima del funerale sono stata contattata dal parroco della chiesa che mi ha suggerito di far leggere la lettera ad un'altra persona" racconta Luisa che, qualche giorno dopo il funerale del nonno, ha pubblicato un video di denuncia sui social, diventato subito virale.

"Quando ho chiesto se mi stavano vietando di leggere la lettera perché sono una celebrante laica mi è stato risposto di sì. Sono delusa e arrabbiata".

Luisa Bàmbina è attualmente presidente della commissione Pari Opportunità della città. Tra i fondatori dell’associazione "Fiore Daphne", è un'attivista dei diritti civili impegnata sulla sensibilizzazione dei giovani su tematiche importanti: diritti civili, violenza sulle donne e ogni forma di discriminazione. Si definisce una “donna siciliana libera, pensante e laica, in una Sicilia ancora ancorata al passato”.

La sua denuncia punta ad arrivare a Papa Francesco per abbattere gli stereotipi che, ancora oggi, accomunano alcuni suoi concittadini. "Il Papa ha sempre parlato di inclusione e tolleranza e la mia è una lotta contro ogni discriminazione. Combatto affinché quello che è successo a me non accada a nessun altro. Nessuno deve essere discriminato solo perché la pensa in modo diverso".

La curia non vuole commentare pubblicamente la vicenda, ma fa sapere che si è trattato solo di un disguido e che c'è già stato un chiarimento.

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