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Il piccolo Tommaso ucciso da un’auto all’asilo, depositata perizia sulla sicurezza della scuola

Dai risultati completi della relazione del perito potrebbe dipendere l’allargamento del fascicolo d’inchiesta e il coinvolgimento di altre persone, oltre alla donna che aveva parcheggiato l’auto in discesa e che resta al momento l’unica indagata.
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A cura di Antonio Palma
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Sono state depositata la perizia e le relazioni del consulente tecnico incaricato dalla Procura dell'Aquila di ricostruire la dinamica dell'incidente costato la vita al piccolo Tommaso D’Agostino il 18 maggio scorso quando nell'asilo ‘Primo maggio' un'auto piombò nel giardino della scuola uccidendolo.

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Si tratta di un passaggio fondamentale per accertare l'esatta dinamica dell'accaduto ed eventuali responsabilità in termini di mancata sorveglianza e sicurezza. Oltre ad accertare il perché la Volkswagen Passat di un mamma parcheggiata in discesa si sia sfrenata travolgendo sei bambini, la relazione del perito Cristiano Ruggeri dovrà infatti accertare anche le eventuali mancanze in termini di sicurezza dell'asilo dove si è consumata la tragedia.

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Secondo quanto accertato agli inquirenti, i piccoli erano nel giardino della struttura che era circondata solo da una piccola recinzione quando l'auto di un mamma 38enne, che aveva parcheggiato la Passat con a bordo il figlio 12enne nello spazio interno alla scuola per riprendere altri due figli, si è messa in movimento e ha preso velocità, travolgendo tutto e tutti compresi il piccolo Tommaso, morto a soli 4 anni.

La donna resta al momento la sola indagata nel fascicolo che ipotizza i reato di omicidio e lesioni stradali. Nello scorso luglio il procuratore per i minorenni dell'Aquila, David Mancini, ha chiesto invece l'archiviazione delle accuse di omicidio colposo e lesioni colpose a carico del figlio 12enne, che per via della sua età, inferiore ai 14 anni, non sarebbe stato comunque imputabile, anche se era l'unico nell'auto al momento dell'impatto.

Secondo indiscrezioni, nei mesi scorsi le verifiche sulla vettura in un’officina meccanica specializzata, con l'ausilio dei vigili del fuoco, non avrebbero individuato anomalie sui freni dell’auto. Un risultato che dunque confermerebbe l’errore umano e non un guasto alla base del dramma.

Dai risultati completi della relazione del perito, però, potrebbe dipendere l'allargamento del fascicolo d'inchiesta e il coinvolgimento di altre persone. Oltre alle condizioni dell'auto, infatti, c'è da chiarire appunto quale fosse la sicurezza del luogo scolastico dove si sono consumati i fatti.

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