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Gkn e i licenziamenti via e-mail, gli operai occupano la fabbrica: “Questa è casa nostra, non ce ne andremo”

Gli operai della Gkn hanno occupato la fabbrica dopo aver appreso del licenziamento in tronco via e-mail. I vertici dell’azienda hanno motivato la decisione sostenendo di non poter più mantenere la struttura dell’impresa. I lavoratori non riceveranno neppure sussidi di disoccupazione normalmente previsti.
A cura di Gabriella Mazzeo
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Marco Sassi ha 51 anni e da 27 lavora nello stabilimento Gkn di Campi Bisenzio.  "Ero sul lungomare di Cecina con mia moglie quando ho letto nella chat dei miei colleghi che avremmo perso il posto di lavoro nel giro di 48 ore" – racconta l'operaio in un'intervista al Corriere della Sera -. Ho pensato a uno scherzo di cattivo gusto, invece ho capito che era tutto vero. Ho lasciato mia moglie al mare e mi sono precipitato in fabbrica". La Gkn di Firenze ha licenziato 422 dipendenti tramite e-mail sostenendo di non poter più mantenere la struttura dell'azienda. Per i lavoratori non saranno previsti sussidi di disoccupazione.

"Mi sono chiesto come manterrò la mia famiglia – spiega Marco -. Ho due figlie all'Università e non so come farò a pagare loro gli studi". Quando è arrivato nel capannone dell'azienda, ha trovato i colleghi bloccati da un gruppo di guardie giurate reclutate dai vertici dell'azienda. "Ci siamo trovati come estranei dentro il nostro posto di lavoro" racconta. Gli operai hanno provato a forzare il cancello fino a quando gli ingressi non sono stati aperti per evitare incidenti. Il 51enne ha raggiunto la sua postazione dove è rimasto per tutto il giorno. Gli operai si stavano godendo un giorno di ferie concesso dall'azienda. Col senno di poi, spiegano, era facile capire cosa vi fosse nell'aria.

"Non lasceremo la nostra azienda – dichiarano Dario Salvetti e Matteo Moretti, lavoratori e sindacalisti -. Se il signor Gkn vuole parlarci, allora deve farlo di persona. Occuperemo la fabbrica. Dovremo vigilare sul nostro stabilimento. Da qui non dovrà uscire neppure una vite senza il nostro consenso". Gli operai hanno quindi deciso di organizzarsi con sacchi a pelo per la notte, acqua e generatori di corrente. Tra i lavoratori anche il 46enne Antonio Marotta, in Gkn da 21 anni. "Ho un figlio di 2 anni e mezzo. Cosa gli dirò? Siamo stati trattati dai vertici dell'azienda come bestie, senza una comunicazione ufficiale e solo con una e-mail". Fabio Venturini, separato con una figlia di 7 anni, ha raccontato invece di aver lasciato la propria bambina per recarsi in fabbrica a capire cosa stesse accadendo. "Non volevo dirle che ho perso il lavoro. Ho solo detto che dovevo uscire per una visita. La mia stanza è vicina a quella del direttore generale. Sapeva cosa stava per accadere e non ci ha mai detto niente".

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