Famiglia uccisa in Macedonia, media: “Il movente di Blerta? Non volevano sposasse un italiano”

In Macedonia la Procura di Gostivar ha ufficialmente ordinato l'apertura di una procedura d'indagine per omicidio e per favoreggiamento contro le tre persone fermate per il massacro compiuto in una casa di Debar, al confine tra Macedonia e Albania, dove un uomo, la moglie e la figlia quattordicenne sono stati uccisi a colpi di arma da fuoco mentre dormivano. Amit Pocesta, la moglie Nazmie e la figlia Anila, residenti da tempo a Sacile (Pordenone), erano tornati nel loro Paese d’origine per partecipare a un matrimonio. Tra le tre persone arrestate c’è la figlia maggiore della coppia, Blerta Pocesta, che poche ore dopo il terribile delitto – come confermato anche da un parente che vive in Italia – avrebbe confessato le sue responsabilità. La decisione della Procura di Gostivar corrisponde, in Italia, alla fase che segue la convalida di un arresto. L'agenzia di stampa macedone Mia scrive oggi che “una donna dell'età di 28 anni”, presumibilmente Blerta, “è sotto indagine perché ci sono motivi per sospettare che abbia commesso il crimine di omicidio”, mentre gli altri due fermati sono indagati per favoreggiamento nella commissione del delitto. Un giudice per le indagini preliminari ha ordinato la detenzione per 30 giorni per tutti e tre i sospettati.
Il presunto movente della figlia maggiore delle vittime – La stampa locale, in particolare il quotidiano macedone in lingua albanese Koha, ha scritto anche quale sarebbe stato il movente della figlia maggiore dei Pocesta. Blerta avrebbe confessato che i genitori non le permettevano di sposare un italiano. Sempre secondo Koha, la ragazza avrebbe ammesso di aver organizzato la strage familiare negando tuttavia di essere stata lei materialmente a sparare e uccidere il papà, la mamma e la sorellina. Pare comunque che nella casa teatro della strage siano state trovate solo tracce sue e non di altre persone. Koha ha anche scritto che Blerta Pocesta faceva uso di droghe e che in Italia era registrata come tossicomane, una notizia che comunque almeno per il momento non trova conferma.