video suggerito
video suggerito

È cardiopatico ma gli tolgono la pensione di invalidità, Giuseppe muore di infarto 15 giorni dopo

Giuseppe Cauteruccio 11 anni fa era stato colpito da infarto. Da allora aveva smesso di lavorare e usufruiva della pensione di invalidità. Ma durante l’ultima visita di accertamento, avvenuta lo scorso 17 marzo, la commissione medica aveva certificato un miglioramento delle sue condizioni, circostanza che non gli avrebbe più dato diritto al contributo economico. Dopo aver ricevuto la comunicazione per iscritto cinque giorni più tardi, Giuseppe, raccontano gli amici, è crollato psicologicamente, tanto da recarsi in una agenzia di onoranze funebri per scegliersi la bara. Si è spento a 49 anni il 31 marzo scorso, per uno scompenso cardiaco. Ora i suoi cari vogliono vederci chiaro e presenteranno un esposto alla procura della Repubblica di Paola.
A cura di Francesca Lagatta
9.378 CONDIVISIONI
Immagine

Morto per scompenso cardiaco dopo che la commissione per l'accertamento dell'invalidità aveva redatto un documento in cui attestava un miglioramento del suo quadro clinico, circostanza che gli aveva fatto perdere il diritto alla pensione da 289 Euro al mese. E' la sorte toccata al calabrese Giuseppe Cauteruccio, 49 anni, deceduto lo scorso 31 marzo a seguito di un malore risultato fatale. Ora amici e parenti chiedono di fare chiarezza sull'accaduto e preparano un esposto da presentare alla procura della Repubblica di Paola.

Una vita piena di dolore

Giuseppe Cauteruccio era molto conosciuto nella suo paese natale, Diamante, località turistica balneare della costa tirrenica cosentina. Qui Giuseppe viveva con la sorella Concetta in un piccolo appartamento del centro, prendendosi cura una dell'altro dopo la morte della madre, avvenuta un anno fa, e una vita costellata di dispiaceri. Avevano già perso il padre e il fratello Antonio, rispettivamente nel 2009 e nel 1983, entrambi colpiti da infarto. Ma Concetta e Giuseppe non si erano mai fermati, nemmeno davanti al dolore devastante che li ha travolti e mano nella mano avevano provato a reagire. Lei aveva trovato lavoro in un ristorante del posto, lui aveva trovato conforto nella fede e nella sua grande passione, il canto, anche se era spesso a crisi depressive. Aveva avuto un primo infarto nel 2010, un anno dopo la morte del fratello, e da allora era tenuto costantemente in cura dai medici. La sua condizione di salute gli impediva di lavorare ed era costretto a vivere con la sola pensione di invalidità, che nel suo caso non arrivava neppure a 300 euro al mese.

Video thumbnail

Aveva già perso la pensione

Nonostante la situazione clinica famigliare e le sue acclarate condizioni di salute, era già la seconda volta che Cauteruccio si era visto calpestare i suoi diritti. Tre anni fa si era presentato al cospetto della commissione per l'accertamento di invalidità per la consueta visita di controllo. Anche in quel caso i commissari decretarono che il suo stato di salute non fosse poi così compromesso, ma allora il paziente si rivolse a un giudice, il quale riconobbe la gravità delle patologie e ripristinò l'erogazione della pensione. Lo scorso 17 marzo era stato chiamato di nuovo a visita. Doveva essere una visita di routine che avrebbe dovuto confermare gli esiti passati. Invece cinque giorni dopo ha ricevuto una lettera in cui l'Inps lo informava che la percentuale di invalidità si attestava soltanto al 60%. Giuseppe aveva perso di nuovo il diritto alla pensione.

Quella strana visita alle onoranze funebri del paese

Non sappiamo se questa volta l'uomo avrebbe nuovamente fatto ricorso per contestare la decisione, ma i suoi amici raccontano che la notizia lo aveva destabilizzato pesantemente, al punto da decidere di recarsi in una agenzia di onoranze funebri e scegliere la bara in cui riposare per sempre. «Stava molto male – racconta a Fanpage il cugino Angelo Ricca – ma non potevamo immaginare questo epilogo». Giuseppe invece sì, l'aveva immaginato, aveva chiesto chiesto al titolare dell'agenzia funebre di posizionare il suo feretro ai piedi della statua della Madonna, a cui era devotissimo, nella chiesa dove per anni aveva cantato come corista. Forse è stata solo una sfortunata coincidenza, forse è stato solo un modo per prendere in giro la morte, ma quattro giorni dopo quella strana visita alle onoranze funebri, Giuseppe si è sentito male e poco dopo il cuore ha cessato di battere.

L'esposto in procura

Famigliari e amici non hanno dubbi, nelle prossime ore presenteranno un esposto alla procura della Repubblica di Paola per chiedere di fare luce sulla vicenda. «Non puntiamo il dito contro nessuno – dice l'amico di sempre Francesco Cirillo -, vogliamo soltanto sapere se tutto è avvenuto nel rispetto delle regole e se la commissione ha agito correttamente». Il sospetto dei suoi cari è che l'esito della visita potrebbe aver aggravato un quadro clinico già preoccupante e ora vogliono vederci chiaro. Sua sorella Concetta, che nel frattempo ha perso anche il lavoro, è distrutta, ma ha trovato la forza di intraprendere questa battaglia per chiedere giustizia per quel fratello tanto amato, un uomo sfortunato che adorava i santi più di ogni altra cosa, ma che in terra non ne ha mai avuti.

9.378 CONDIVISIONI
autopromo immagine
Più che un giornale
Il media che racconta il tempo in cui viviamo con occhi moderni
api url views